Sicilia, operazione contro i proprietari di imbarcazioni furbetti del fisco: occultati oltre 18 milioni di euro

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Sempre più diportisti italiani dismettono la bandiera Nazionale dalle loro imbarcazioni per immatricolarle presso
i registri navali di altri Paesi con fiscalità agevolata.
È questo il dato che emerge da un servizio condotto dai finanzieri della Sezione Operativa Navale di Trapani
nell’ambito dei controlli di Polizia del Mare esperiti nella fascia costiera compresa tra Marsala e Castellammare
del Golfo, isole Egadi incluse.

In particolare, con una mirata operazione a tutela dell’economia legale ed al contrasto delle attività illecite, le
Fiamme Gialle hanno sottoposto al vaglio la posizione di decine di contribuenti proprietari di imbarcazioni da
diporto che, alla ricerca di una burocrazia più snella e nel vano tentativo di occultare il proprio bene al fisco, le
avevano cancellate dai registri italiani, immatricolandole all’estero ed omettendo la prescritta compilazione del
quadro “RW” nella propria dichiarazione dei redditi.

Questo dilagante fenomeno costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché l’evasione distorce la
concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità,
sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli. Per tale ragione il Decreto legge n. 167/1990
ha imposto al contribuente nazionale residente in Italia di dichiarare, nell’apposito quadro “RW” della
dichiarazione dei redditi, la proprietà o la disponibilità dei beni detenuti all’estero, fra i quali rientrano anche i
natanti e le imbarcazioni da diporto, suscettibili di produrre reddito in Italia.

Diportisti sanzionati

La trasversalità dell’attività di indagine condotta dalle Fiamme Gialle, basata sull’approfondimento dei controlli
effettuati in mare, sul controllo incrociato con le banche dati e sulle acquisizioni documentali, ha consentito di
far emergere capitali occultati al fisco italiano per un valore superiore a 18 milioni di euro, per i quali i
responsabili saranno sanzionati con importi compresi tra i 500.000€ e i 2,5 milioni di Euro.

Anche in questo caso, l’azione svolta dai militari del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di
Palermo, oltre ad essere espressione dell’ormai consolidato ruolo di Polizia del Mare, palesa l’instancabile
impegno del Corpo nel contrasto alle attività illecite a diretta tutela dell’economia legale: contrastare l’evasione
fiscale, difatti, vuol dire contribuire alle prospettive di ripresa e di rilancio dell’economia del Paese e favorire una
più equa ripartizione del prelievo impositivo tra i cittadini.

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