Una fiorente piazza di spaccio all’interno di una palazzina in viale della Vittoria, a Canicattì, in provincia di Agrigento. E’ ciò che hanno portato alla luce le indagini dei carabinieri della compagnia locale, coordinata dal capitano Luigi Pacifico.
L’inchiesta ha condotto a quattro le misure cautelari, firmate dal gip del tribunale di Agrigento, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Si tratta, nello specifico, di tre obblighi di dimora e un divieto di dimora a Canicattì a carico di tre donne e un uomo.
Nella palazzina abitavano due nuclei familiari, che a volte collaboravano nell’attività di spaccio, ma più spesso erano in competizione. Otto telecamere erano inoltre posizionate su tutti i lati dell’edificio, in alto e in basso, realizzando un sistema che consentiva alle famiglie di smerciare tranquillamente cocaina, eroina e marijuana.
Le due famiglie abitavano in due case popolari della palazzina in viale Vittoria. Una delle donne indagate era in possesso di cocaina mentre si trovava con la figlia di undici anni, che, a sua volta, aveva addosso altre dosi di droga.
“Un’attività di spaccio veramente spregiudicata lungo il viale della Vittoria, ossia il proseguimento di via Regina Margherita che è il “salotto buono” della città, che ha trasformato la zona in un contesto degradato”. Così ha dichiarato in conferenza stampa il capitano Pacifico.
I quattro indagati dell’operazione, denominata “Vittoria”, sono stati pure vittime di atti intimidatori: avevano infatti mandato in fibrillazione il mercato dello spaccio. Dunque, auto incendiate o raggiunte da colpi d’arma da fuoco.
A seguito delle indagini è anche emerso che gli indagati commerciavano in “speedball”, combinazione di cocaina ed eroina che dà effetto di euforia immediato, ma di breve durata e devastante. Un commercio che aveva anche avuto esiti letali.
I carabinieri hanno spiegato che Viale della Vittoria ha subito un forte declino a causa del frenetico traffico di droga, che ha richiamato tossicodipendenti anche da paesi vicini. In pieno lockdown, un appartenente al clan aveva addirittura di messo in piedi sotto casa una grossa rivendita abusiva di mascherine e generi sanitari.
I militari, nel corso dell’investigazione, hanno operato due arresti in flagranza. Moltissimi, inoltre, gli episodi di cessione di stupefacenti notati. Segnalati alla competente autorità sedici assuntori identificati subito dopo l’acquisto della droga e sequestrato diverse quantità di stupefacente.