Strage di Capaci, trentuno anni dalla data che ha segnato la storia della lotta alla mafia

Numerosi appuntamenti oggi a Palermo per ricordare l’attacco di Cosa Nostra che mise fine alla vita di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Spazio anche al ricordo delle stragi di Firenze, Roma e Milano

trapanese

Sono passati trentuno anni da quel 23 maggio 1992 che aprì una voragine sull’autostrada A29 e una ferita profonda nel cuore di Palermo. Erano le ore 17:57 quando una carica composta da tritolo, RDX e nitrato d’ammonio esplose all’altezza di Capaci mettendo fine, con brutalità e violenza, alle vite del magistrato Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. 23 i feriti, testimoni dell’orrore della strage di Capaci, seguita, il 19 luglio dello stesso anno, da quella di via D’Amelio, che vide la morte di Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Palermo ricorda le vittime delle stragi di mafia

Oggi Palermo si appresta a ricordare quel doloroso attacco messo a segno da Cosa Nostra e non solo (QUI TUTTI GLI APPUNTAMENTI). Quest’anno cade, infatti, anche il trentesimo anniversario delle stragi mafiose di Roma, Firenze e Milano. La Fondazione Falcone ha deciso pertanto di dedicare le celebrazioni di questo 23 maggio a tutte le vittime di mafia, in special modo alla piccola Nadia Nencioni, assassinata con l’intera famiglia il 27 maggio del 1993 nella strage dei Georgofili a Firenze. “Il tramonto si avvicina” il titolo delle iniziative che riprende la poesia scritta dalla piccola, che ha ispirato anche il codice dell’operazione della cattura di Matteo Messina Denaro, lo scorso 16 gennaio.

Per la prima volta la commemorazione della strage di Capaci avviene, infatti, con l’ex superlatitante rinchiuso nel carcere de l’Aquila. Un elemento di riflessione, come sottolineato dalla stessa Maria Falcone che, nel commentare questi anni d’impegno, ha dichiarato: “Ogni giorno penso e sono grata alle insegnanti per il lavoro instancabile di cura nei confronti della memoria dei fatti di allora e della promozione di un nuovo modello di società della giustizia e della fiducia, al contempo sono però consapevole che non basta ancora, non è sufficiente“.

“La cattura del boss Messina Denaro rivela un’ampia porzione della società disposta ad aiutare i mafiosi, al Sud come al Nord – ha aggiunto -; persone e professionisti consapevoli di fare affari con i boss e coi complici, a chiedere loro favori. Oggi più che mai quindi serve agire nella comunità, perché contro la mafia non basta la legalità ma servono anche cultura, passione e impegno, sperimentando nuovi linguaggi e nuove forme di aggregazione civile, unendo le istituzioni e le imprese in questa nuova stagione della consapevolezza. Dobbiamo vincere la mafia, non soltanto contrastarla, restando lontani dal personalismo ed essendo di esempio, per coraggio e fantasia, restando autonomi”.

Strage di Capaci, il valore della memoria

Nell’ambito di tale concetto, la Fondazione Falcone sta mandando avanti, col patrocinio del Comune di Palermo e della Regione Siciliana, il progetto del primo museo del presente e della memoria del Paese. Uno spazio nuovo dedicato a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e a tutte le vittime di mafia, che vedrà la luce a Palazzo Jung, nel cuore della Kalsa, a pochi metri da dove sono nati Falcone e Borsellino.  

Non un luogo di reliquie – è stato sottolineato – ma un’officina di linguaggi per interpretare la lotta alle mafie come una delle maggiori espressioni della cultura popolare della democrazia italiana. Un luogo in cui dar vita a nuove azioni di promozione della memoria civile, soprattutto verso i giovani e le nuove generazioni.

E proprio questi ultimi saranno anche oggi i protagonisti del ricordo nei luoghi della memoria della strage di Capaci, come la piazza Aula Bunker o l’albero Falcone. Già ieri mattina studenti delle scuole elementari e medie hanno marciato per il centro di Palermo in un corteo che ha riunito 88 istituti scolastici in tutto. L’iniziativa della Rete Scuole Culture Antimafia ha preso il via dal Palazzo di Giustizia fino a piazza Sett’Angeli al Convitto Nazionale, scuola che frequentava Giovanni Falcone.

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