Superbonus 110%, cosa accadrà dopo le dimissioni di Draghi? Le ipotesi

Il Premier uscente qualche giorno fa in Senato aveva denunciato: “Per il Superbonus, il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti”

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Le dimissioni di Mario Draghi dal ruolo di Presidente del Consiglio fanno temere, tra l’altro, anche per il futuro del Superbonus 110%. Misura controversa che ha dato una spinta all’economia post Covid, ma anche generato una serie di truffe allo Stato, il bonus destinato all’efficientamento energetico degli immobili e a lavori antisismici ha visto diverse fasi di stallo e blocchi.

Tasto dolente il meccanismo della cessione del credito, che si è inceppato con conseguenze di non poco conto per le aziende.

“Per il Superbonus, il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti”. Così Mario Draghi ha dichiarato qualche giorno fa in Senato. La risoluzione del problema potrebbe arrivare con una riforma, che pare difficile venga alla luce in questo momento di crisi del governo.

“Tra le più grandi truffe che questa Repubblica abbia mai visto”.

La cessione del crediti è infatti stata estesa agli altri bonus. Il ministro dell’Economia Daniele Franco lo scorso febbraio ha tuttavia sottolineato che la norma è all’origine di alcune “tra le più grandi truffe che questa Repubblica abbia mai visto”. Si parla di 4,4 miliardi con crediti per 2,3 miliardi sotto sequestro. Solo il 3% di tali truffe sarebbe collegata al Superbonus; il 46% sono invece connesse al bonus facciate, che prevede meno meccanismi di verifica.

Si è cercato, quindi, di correre ai ripari limitando il numero delle cessioni possibili o introducendo correttivi come la tracciabilità. Tuttavia, il meccanismo è entrato in crisi gettando nel panico aziende o committenti che contavano sulla possibilità di pagare cedendo il credito. Una vera e propria patata bollente. Il governo dimissionario attualmente è in carica solo per “gli affari correnti”. Ci si chiede dunque se e in che misura possa intervenire sulla questione.

Superbonus 110%, le ultime novità

Intanto il decreto Aiuti, approvato, stabilisce un ampliamento della possibilità di cessione del credito per le banche. Si allarga anche la platea dei cessionari a tutti i soggetti clienti. Confermata anche la proroga del Superbonus per ville unifamiliari e unità indipendenti con accesso autonomo per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022.

I lavori dovranno essere quindi compiuti almeno al 30% entro il 30 settembre di quest’anno. Una percentuale a cui contribuiscono anche le eventuali spese effettuate nel 2021. Devono essere poi terminati entro il 31 dicembre 2022. I condomini invece possono usufruire del bonus per lavori le cui spese sono completamente pagate entro il 31 dicembre 2023.

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