Lo storico quartiere Vucciria, di mattina mercato e di sera punto di ritrovo per i giovani palermitani, rimane a luci spente senza il caro locale Taverna Azzurra.
In questi giorni, nel pieno della convivenza col virus, tante sono le attività riaperte, ma la Taverna Azzurra ha già dovuto richiudere a causa dell’incontrollata invasione di gente davanti al pub.
La popolazione panormita piange un po’ la perdita – seppur temporanea – del suo punto di riferimento alcolico e amicale. Le immagini e i ricordi pre covid-19, sono quelli di una sempre piena e già stretta viuzza che, balata dopo balata, porta verso ai bicchieri colmi di Zibibbo della Taverna Azzurra, alla musica di Rino Gaetano, agli abbracci, all’allegria di una spensieratezza che ormai la città di Palermo non vive più da qualche mese, a causa della pandemia da coronavirus.
Pietro Sutera, uno dei titolari, scrive nella sua pagina Facebook: “Constatata l’incompatibilità tra la TAVERNA AZZURRA e le norme vigenti sul distanziamento sociale e consapevoli dell’impossibilità di esprimerci al massimo, chiudiamo fino a data da destinarsi. Grazie a tutti per i messaggi solidali e ovviamente: w l’alcool“ .
Ai microfoni di Palermo Live, Pietro Sutera racconta anche la difficoltà e il senso di responsabilità di questa decisione: “I componenti dello staff aspettano ancora la cassa integrazione ma sanno che non li abbandoniamo perché siamo amici prima che colleghi“.
La Taverna Azzurra aveva rispettato anche tutti i crismi all’interno del locale in vista della riapertura: il distanziamento con lo scotch a terra, la sanificazione dell’area, mascherine, guanti e chi più ne ha più ne metta, ma bisognava fare i conti con lo spazio esterno e per quanto loro invitassero al metro di distanza, dopo due mesi di lontananza, i ragazzi non riuscivano a fare a meno di un contatto ed è proprio per questo che Pietro Sutera, non dà la colpa a nessuno. Andare alla Taverna Azzurra significa anche stare vicini sotto tanti aspetti e non si vuole intaccare la sicurezza dei clienti. “Per adesso preferiamo perdere un po’ di entrate pur di non abbandonare la nostra filosofia. “
In un luogo così inclusivo e che di per sè richiama all’assembramento fraterno, i titolari quindi si sono visti costretti a chiudere fino a data da destinarsi ma, continua Pietro Sutera, “al termine di tutto questo, nel nostro locale, saremo più forti e uniti di prima, senza classe sociale, distinzioni e barriere, come sempre “.
Proprio ieri sera, nel centro storico, vigeva il silenzio ed ogni norma era rispettata, grazie all’intervento e al controllo delle forze dell’ordine.
Per un po’ di tempo, la Vucciria perde la sua sfumatura di blu e intanto ci si chiede come allora, a questo punto, sarà possibile una riapertura delle discoteche agli inizi di giugno , tra poco più di due settimane?