“Nessuna parola, nessun segnale, nessuna convocazione. Ormai la fondazione Teatro Massimo è la Sfinge che non risponde”. È netta l’accusa dei lavoratori aderenti al Libersind Confsal, che accusano i vertici del teatro di essere “ostaggio della politica” e la politica stessa di “essere assente rispetto alle esigenze dei lavoratori”. Una situazione denunciata dallo stesso sindacato, che non ha portato ad alcuna recente comunicazione di replica da parte della Fondazione Teatro Massimo o del Sovrintendente Marco Betta.
Da qui una lista di accuse. “Gli stipendi dei lavoratori – dicono congiuntamente la segreteria nazionale e provinciale di Libersind Confsal – sono stati pagati per questo mese senza il premio di produzione, voce contrattualmente obbligatoria, da attuare entro il 15 di aprile. Con un comunicato stringato la Fondazione si è giustificata con un pagamento a data da destinarsi. È evidente che il problema economico è più grande di quello che sta filtrando. Dei bilanci, inoltre, nessuna traccia. Chiediamo tavoli di ordinaria amministrazione, visto che i consulenti preposti alla dirigenza, restano saldamente al loro posto e non si hanno notizie sul taglio dei loro emolumenti”
“Dal Comune di Palermo, a parte la dichiarazione sulla tassa di soggiorno – procede Libersind – nessuna novità sui finanziamenti. Qualcosa è arrivata dalla Regione Siciliana. In più non è stata approvata la ‘Dotazione organica’, e non si sa nulla sul futuro dei lavoratori precari. Nessuna deroga alla legge Bonisoli è pervenuta. Di contro al Teatro San Carlo di Napoli, sono stati già banditi i concorsi. La Fondazione è poi sommersa da diffide individuali e collettive a cui risponde lentamente e a stento”.
“Si chiede – continua la nota sindacale- di sbloccare subito i tavoli per l’ordinaria amministrazione, che non può subire uno stallo nello stallo. Recentemente il governo nazionale ha candidato il canto lirico italiano come patrimonio immateriale Unesco. Le istituzioni, invece, a Palermo, non sostengono arte, opera e lirica. In questi anni gli sponsor privati non sono più arrivati al Teatro Massimo con grandi cifre. Lanciamo un appello a tutti i potenziali finanziatori di investire in cultura e alla classe politica chiediamo di mantenere gli impegni presi e di disporre finanziamenti esigibili per i teatri, che non rimangano ostaggio puntualmente di bilanci in bilico. Alla Fondazione infine, si chiede la massima trasparenza sulle relazioni sindacali e sul reale stato delle casse del teatro”.
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