Economia

Tirrenia, sentenza rinviata: intanto marittimi attendono rimborsi da 1 anno

Ancora in fase di stallo la delicata situazione della Cin di Vincenzo Onorato, a capo della Tirrenia dal 2012. La Procura di Milano ha presentato un’istanza di fallimento per cui si attende la sentenza definitiva, che sarebbe dovuta arrivare il 6 maggio ma slitterà al prossimo 24 maggio. La Cin è in debito con lo Stato italiano di 180 milioni di euro, mai saldati a seguito dell’acquisto di Tirrenia. Nonostante il Governo Italiano, prima con Conte e poi con Draghi, abbiano concesso ulteriore tempo all’imprenditore, quest’ultimo non ha ancora ottemperato ai suoi debiti.

In uno Stato con una politica seria e una giustizia imparziale, sicuramente non ci sarebbe stata nessuna proroga“. – Afferma il segretario regionale “Orsa Marittimi” Franco Montano – Vista l’attuale scellerata gestione sarebbe il caso che lo Stato garantisse una continuità territoriale con soldi pubblici. In particolare, – prosegue Montano – andrebbe garantita l’occupazione con clausole ad hoc, soprattutto per le zone del sud già martoriate dalla forte crisi”.

SPESE DI LOCOMOZIONE NON RESTITUITE

Tuttavia Vincenzo Onorato non ha conti in sospeso solamente con l’erario, ma anche con molti dei marittimi alle proprie dipendenze. Si tratta in particolare delle spese di locomozione, per le quali la regolamentazione interna prevede che i dipendenti anticipino le somme, per poi ricevere la restituzione dall’azienda.

Proprio ieri, 11 maggio, la segreteria regionale “Orsa Marittimi” ha informato la Cin che ricorrerà alle vie legali qualora la compagnia non provveda al pagamento dei rimborsi spese in sospeso entro 15 giorni. “Ogni mese i faldoni con tutte le richieste di rimborso sono accantonate in una stanza aspettando il fallimento, – si legge nella nota – in modo da non pagare queste spese al personale”.

Ci sono dei marittimi che avanzano soldi da quasi un anno, e dipendenti in pensione che non hanno ancora ricevuto il tfr. – Aggiunge Montano – Inoltre, per i corsi di aggiornamento, l’azienda paga solo il costo del corso, ma non spostamenti, vitto e alloggio, nonostante la stipula Stato-Cin lo preveda. Ci hanno fatto sapere tramite legali che non ci sono i fondi, che giustamente, – commenta ironicamente il segretario regionale Orsa Marittimi – sono serviti per auto e case di lusso.

“LO STATO DEVE INTERVENIRE”

C’è gente che avanza spese viaggio tra i 700 e gli 800 euro. – Specifica Franco Montano – Spesso, in seguito ad un sollecito, dicono di non avere ricevuto la mail con la copia degli scontrini. Io stesso, in seguito ad un licenziamento per il quale ho vinto due ricorsi, avanzo quasi 18 mila euro dal 30 settembre scorso.

Dopo tutto ciò che è emerso, 85 milioni di euro spariti, acquisto di ville lussuose e auto di ogni tipo, è assurdo che i dipendenti Tirrenia non possano riavere i soldi utilizzati per andare a lavorare. – Conclude Montano – Lo Stato deve fare qualcosa. Se in Italia un operaio non paga una rata di mutuo o finanziamento subentra il recupero crediti, con il rischio di perdere i beni in possesso. Qui sono spariti milioni di euro di soldi pubblici e nessuno batte ciglio.”

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Michele Cusumano