Torna l’ora legale, stanotte si cambia: si devono spostare le lancette
Stanotte si passerà dall’ora solare all’ora legale. Il cambio di orario porterà un’ora in meno di sonno ma un’ora di luce in più
Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo scatta il passaggio tra l’ora solare e quella legale. Dunque, tra le due e le tre del mattino lancette avanti di un’ora, e fino al prossimo ottobre gli italiani si ritroveranno a svegliarsi un’ora prima. L’Italia è uno dei pochi Paesi in Europa che ha scelto di mantenere la suddivisione in fasce orarie tra inverno ed estate. Al centro della decisione principalmente il risparmio notevole registrato sui consumi. Infatti, secondo quanto conferma Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale di energia elettrica, in Italia nei 7 mesi di ora legale si risparmieranno 190 milioni di euro grazie a un consumo di energia ridotto. Un importante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
UN’ORA DI LUCE IN PIÙ DI POMERIGGIO
I dispositivi elettronici come smartphone, computer, smartwatch e tablet si aggiornano in modo automatico, mentre occorre ricordarsi di agire manualmente sugli altri orologi. Il disagio di vedersi sottratta un’ora di sonno è compensato dal piacere di avere a disposizione di un’ora di luce in più al pomeriggio. Oltre al risparmio sulla bolletta elettrica dell’intero Paese, il minor consumo di energia comporta anche un alleggerimento nelle emissioni di CO2. Con benefici per la salute del Pianeta. L’ora legale resterà in vigore fino a domenica 30 ottobre, quando riporteremo indietro le lancette e ci riallineeremo all’ora solare.
ABOLIRE O CONSERVARE L’ORA LEGALE: UN TEMA CHE RESTA APERTO
Da tempo in Europa si dibatte dell’opportunità di abolire il cambio dell’ora. Ma al momento la questione resta irrisolta, anche a causa della gravità dei problemi sul tappeto in questi ultimi due anni, con i quali si è dovuto concentrare il mondo politico. Il dibattito è ben noto: alcuni Stati dell’Europa settentrionale, con Polonia e Finlandia in prima fila, sono favorevoli all’abolizione del cambio orario, mentre gli Stati meridionali, tra cui l’Italia, vogliono conservarlo. In effetti, i Paesi situati a latitudini più settentrionali godono già di giornate estive lunghissime, mentre nei Paesi meridionali posticipare il tramonto di un’ora porta a risparmi energetici importanti. L’Europa ha invitato gli Stati a pronunciarsi sul tema, scegliendo se conservare sempre l’ora solare, oppure quella legale. O, in alternativa, mantenere il regime attuale, con lo spostamento in avanti delle lancette l’ultima domenica di marzo e il riallineamento al indietro l’ultima domenica di ottobre.
Fatta salva la sovranità dei singoli Stati, l’UE ha comunque raccomandato di armonizzare il più possibile le scelte. Per evitare un’Europa con orari a macchia di leopardo. L’Italia, con il governo Conte-bis, nel novembre del 2019 ha depositato a Bruxelles una richiesta formale per mantenere la situazione attuale. Dato che al documento non sono state apportate modifiche, il cambio di orario due volte all’anno resta invariato.