I palermitani e il tram, un rapporto da sempre contrastante, capace di creare correnti di pensiero tra chi è favorevole e chi contrario. Ma tra il nero e il bianco c’è il grigio, rappresentato da quella parte di cittadini che sarebbero pure propensi all’ampliamento della rete tranviaria, ma a condizione di conoscerne l’impatto urbanistico e ambientale sul capoluogo siciliano. Il loro ricorso, rivolto all’annullamento dell’emendamento di approvazione del programma triennale delle Opere pubbliche 2018/2020, nasce proprio da queste motivazioni. Nello specifico si parla della parte in cui, all’interno dello stesso programma, veniva approvato il progetto preliminare del sistema tram, tratte a,b,c e1 e veniva altresì approvato il (nuovo) progetto dei parcheggi di interscambio. Ricorso rigettato per inammissibilità dal Tar Sicilia Palermo sezione Prima, dopo avere dichiarato la legittimazione processuale dei ricorrenti ( superando quindi la posizione precedentemente assunta in occasione del ricorso sulle ZTL).
“Non si può essere a favore o contro un’opera se non se ne conoscono le caratteristiche, a cominciare dagli impatti e dalle conseguenze. Ciò che chiedono i cittadini è di fare l’opera più adeguata possibile alla mobilità sostenibile. Tra l’altro, quando ha approvato questo progetto, il Comune di Palemo non aveva neanche il PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile ndr).” Così l’avvocato Nadia Spallitta, che, insieme al collega Carlo Pezzino Rao sostiene le richieste dei ricorrenti. “Una posizione legittima quella dei cittadini, che non chiedono altro che un’adeguata programmazione delle nuove linee del tram. Una programmazione che tenga conto del piano regolatore, dell’impatto che potrebbero avere altre rotaie sul traffico urbano, oltre che alla loro compatibilità con la mobilità sostenibile”.
“Ciò che crediamo sia corretto è stabilire una strategia della mobilità, con la consapevolezza di quelli che sono i flussi viari e automobilistici. Solo in un secondo momento si dovrebbero individuare i mezzi per raggiungere tali obiettivi di mobilità sostenibile. A cominciare dalle biciclette, dai bus elettrici, dai monopattini e, perchè no, dallo stesso tram in alcune parti della città. Fare il contrario di una seria pianificazione strategica sarebbe un errore del quale è facile immaginare le conseguenze”. In buona sostanza, realizzare un’opera che non riduce gli inquinamenti, che altera la sempre crescente domanda di mobilità sostenibile o che comunque non risolve il problema, significherebbe perseverare nell’errore delle prime tre tratte già esistenti.
“Chiaro. Un tram che ha dei costi di gestione e di manutenzione altissimi a fronte di entrate irrilevanti dovute principalmente al fatto che non è collegato adeguatamente col resto della città. Un’opera destinata più a complicare che a risolvere i problemi della mobilità cittadina. In tal senso basta immaginare ciò che diverrebbe la via Libertà col tram. L’asse viario simbolo di Palermo che in tanti ci invidiano vedrebbe l’abbattimento di alberi secolari unito al restringimento della carreggiata. Tutto questo senza risolvere il problema del traffico che invece potrebbe essere alleggerito con il potenziamento dei bus.”
“E ancora, non è legittima, a nostro avviso, la delibera impugnata dal TAR , nella parte in cui approva, in modo atipico ed irrituale , e nell’ambito di un programma triennale , il progetto preliminare del sistema TRAM , senza le procedure di partecipazione cittadina e di tutela della salute e dell’ambiente , tanto più necessarie , in costanza di un intervento così rilevante. Riteniamo quindi che sussistano gli elementi per un ricorso in appello ed un eventuale coinvolgimento della Corte di Giustizia Europea.”