Qualche giorno fa era una troupe britannica di Sky News ad essere sotto il fuoco delle forze russe. Ma si era salvata grazie ai giubbotto anti proiettile. Invece non è andata altrettanto bene ad un giornalista americano, il video e film maker Brent Renaud di 51 anni. È stato ucciso mentre cercava di testimoniare l’orrore dei corridoi umanitari violati. Voleva raccontare le vite di donne e uomini che sfilano con i bimbi per mano e il terrore negli occhi cercano di lasciare Irpin, un paese alle porte di Kiev. Da giorni sotto il piombo dei russi, che ha ucciso molti cittadini.
In questo sobborgo di Kiev è stato ucciso dalle forze russe e due suoi colleghi sono rimasti feriti. Lo hanno annunciato le forze di sicurezza ucraine. I tre giornalisti stavano filmando i profughi in fuga quando sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco a un checkpoint. Renaud, colpito al collo, è morto sul colpo, mentre i suoi due colleghi sono stati portati in ospedale.
In un video sui social si può ascoltare la versione di uno dei due giornalisti feriti che descrive come i russi abbiano aperto il fuoco, colpendoli. «Abbiamo attraversato un ponte, stavamo filmando i rifugiati – ha raccontato -. Qualcuno ci ha offerto di portarci all’altro ponte, e abbiamo accettato il passaggio. Abbiamo attraversato il checkpoint e hanno iniziato a spararci addosso. L’autista ha fatto inversione, hanno continuato a sparare, il mio amico Brent è stato colpito e lasciato indietro. Ho visto che gli hanno sparato al collo, siamo stati separati, poi io sono stato messo sulla barella e portato qui».