Vaccino anti-Covid: parte la corsa ai freezer per la conservazione

Il vaccino sviluppato da Pfizer deve essere conservato -80 °C. Ciò potrebbe far nascere una forte richiesta di freezer, necessari per la corretta conservazione della medicina

Gli sviluppi del Covid 19 potrebbe ben presto dare il via a una vera e propria corsa ai freezer e alle celle frigorifere. Con la partecipazione di tante nazioni, pronte a tutto pur di riuscire ad accaparrarsene il più possibile. Infatti i congelatori sono indispensabili per la corretta conservazione dei vaccini. In particolare quello sviluppato da Pfizer. Le fiale di questo vaccino devono essere conservate a temperature molto basse, 70-80 gradi, richiedendo quindi un massiccio utilizzo di freezer e celle frigorifere per lo stoccaggio.

IL VACCINO PFIZER È NEL PIÙ AVANZATO STADIO DI SVILUPPO

Allo stato attuale, la casa farmaceutica statunitense Pfizer può vantare il vaccino anti-Covid nel più avanzato stadio di sviluppo. Di questo medicinale conosciamo tutto. Sappiamo qual è stata la strada seguita per svilupparlo, qual è la sua efficacia e quando è prevista la distribuzione negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Però fino a poco tempo fa, si era posta poca attenzione sulle modalità di conservazione del vaccino. In pochi, infatti, avevano fatto notare che deve essere conservato a una temperatura di -80 gradi centigradi. A temperature più elevate, infatti, i filamenti di mRNA alla base del vaccino anti-Covid si disgregherebbero, risultando così del tutto inutili. Per evitare che ciò accada, moltissimi ospedali in giro per il mondo stanno iniziando già a fare scorta di contenitori e freezer che possano agevolmente mantenere il vaccino alla temperatura desiderata, così da poterlo utilizzare senza rischi.

GHIACCIO SECCO PER TRASPORTO E CONSERVAZIONE

Lo stoccaggio del vaccino, però è solo uno degli aspetti che dovrà essere preso in considerazione nel momento in cui questo sarà disponibile. L’intero settore della logistica, infatti, sarà impegnato in una sfida senza precedenti, per far sì che il vaccino raggiunga gli ospedali in condizioni ideali per essere utilizzato. Lo stabilimento Pfizer designato alla produzione del vaccino per l’Europa si trova infatti in Belgio, a un giorno di viaggio, su camion, dall’Italia. Una volta raggiunto il centro di smistaggio, però, il vaccino avrà bisogno di almeno un’altra giornata di viaggio per essere consegnato lungo tutto lo Stivale. In questo scenario, il ghiaccio secco e l’utilizzo di contenitori ad hoc saranno fondamentali. Come sottolinea Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, il nostro Paese non si farà trovare impreparato. In un’intervista a Repubblica, il dg Aifa ha spiegato che i vaccini arriveranno in grandi contenitori immersi nel ghiaccio secco, che aiuterà a mantenere la temperatura desiderata, (-80 gradi centigradi) per 10 giorni. Tempo più che sufficiente, nel caso in cui si organizzino spedizioni frequenti tra l’impianto produttivo in Belgio e il nostro Paese.

CINQUE GIORNI IN FRIGORIFERO

Il vaccino sperimentale di Pfizer comunque non deve essere tenuto necessariamente a -80 °C fino all’ultimo momento. Una volta scongelato, dice l’azienda, può essere conservato in un normale frigorifero per cinque giorni. Questa circostanza dovrebbe ridurre le difficoltà nella distribuzione. Potrebbe comunque essere problematica per le aree rurali e più remote, che richiederanno più giorni di trasporto per essere raggiunte. Ai tempi di trasferimento deve essere inoltre sommato il tempo necessario per somministrare le dosi, che nel caso di partite da diverse migliaia di fiale potrebbe richiedere svariati giorni.