Vandali al Centro Padre Nostro, il presidente: “Basterebbe che ognuno facesse la sua parte”
Colpita ancora la sede di Brancaccio, che ha visto ben quaranta atti di vandalismo nel corso degli ultimi otto anni. Il presidente, Maurizio Artale: “La nostra presenza nel territorio, ormai da ventotto anni, dovrebbe far comprendere che non ce ne andiamo perché rompono un pannello, sfondano una porta ed entrano dentro casa nostra”
Il Centro Padre Nostro è stato preso di mira nuovamente dai vandali nella sua sede di Brancaccio. “Ci si potrebbe anche demoralizzare a volte, ma è tale la forza della giustezza di ciò che si fa- anche per il bene di tutti – che non ne comprendiamo le ragioni. Anche se di tante cose non si capiscono le ragioni, come quando hanno ammazzato Puglisi; purtroppo il male vuole prevalere sul bene”. Così commenta l’accaduto il presidente del centro, Maurizio Artale, intervistato a PrimaRadio da Agostino Di Stefano.
“La nostra presenza nel territorio, ormai da ventotto anni, dovrebbe far comprendere che non ce ne andiamo perché rompono un pannello, sfondano una porta ed entrano dentro casa nostra. Per questo ci vuole una forte iniziativa da parte delle istituzioni che, devo dire la verità, negli ultimi due accadimenti sono state davvero molto presenti“.
La mostra nel mirino dei vandali
Stamattina il Prefetto si è recato nella sede del Centro Padre Nostro colpita. Sono 40 gli atti di vandalismo registrati negli ultimi otto anni. Stavolta ad esser presa di mira la mostra inaugurata nel 2019 dopo la visita di Papa Francesco a Palermo. Non è la prima volta, in realtà: l’anno scorso un pannello recante l’immagine del Pontefice era stato macchiato. Il 26 dicembre scorso i vandali avevano divelto, invece, un’altra delle immagini. Adesso, nella notte tra sabato e domenica, altre quattro sono state danneggiate.
“Noi assistiamo tanti detenuti. Non possiamo aprire le porte a tutti se non sono decisi a fare un percorso di conversione. Magari qualcuno l’ha presa male”. Così ipotizza Artale.
Le attività del Centro Padre Nostro
Il Centro Padre Nostro ormai da ventotto anni agisce in diverse zone di Palermo: Brancaccio, San Filippo Neri, Borgo Ulivia, Guadagna, e non solo. Un’azione ad ampio raggio che parte dai più piccoli, secondo il monito di Padre Pino Puglisi, ma che arriva anche alle donne vittime di violenza e abusi. E poi i campi scuola e le colonie dedicati agli adolescenti; l’accoglienza dei detenuti e la riabilitazione verso un nuovo percorso che li rende testimoni di un cambiamento reale di vita. Insomma, sono molteplici le attività e tante le iniziative portate avanti dai volontari con passione e impegno.
Vandali? Il problema sono tutti gli altri
“Sicuramente si sente la pressione, la responsabilità del mandato che ci ha dato Padre Puglisi – racconta Artale -. Ogni tanto la pesantezza, come quando sono stato minacciato di morte; in quel momento ti poni delle domande. Purtroppo la paura è un sentimento umano, non si può allontanarlo. Ma io credo in ciò che faccio come ci credono gli oltre cento volontari del Centro Padre Nostro. Ci facciamo forza l’uno con l’altro. E poi è importante quando le istituzioni sono presenti, si sente di non essere da soli”.
Sulle ragioni del gesto Artale non si sofferma troppo. “Io mi rivolgo a tutto il resto”, afferma. “A vedere migliaia di persone affacciate quando è venuto il Papa, la domanda che mi faccio, da cristiano e da cittadino, è: ‘Dove sono queste persone?’. Può mai essere che questi fanno scorribande indisturbati?’. Basterebbe che ognuno facesse la sua parte. Poi capisco la paura, ma basterebbe anche una telefonata anonima”.
Il pensiero è chiaro: “Se queste poche centinaia di persone capissero di vivere in un contesto di legalità, non avrebbero via d’uscita, dovrebbero cambiare. Ma purtroppo la maggior parte della gente non fa ciò che dovrebbe”.