Ancora danni ad una scuola di Palermo. Stavolta a finire nel mirino di ignoti, nel corso del weekend, è stato l’Istituto Giovanni Falcone dello Zen 2. Qualcuno si è introdotto all’interno della struttura arrecandovi danni e distruggendo l’impianto di amplificazione e la strumentazione digitale di supporto.
“Aula magna devastata, vetri rotti e impianto di amplificazione distrutto. Risultato dell’ultimo fine settimana.
Oggi ci sentiamo come Don Chisciotte… e anche molto soli… Speriamo di riacquistare voglia e energia per affrontare il nuovo anno”. Così in un post su Facebook Daniela Lo Verde, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo che sorge in via Pensabene.
L’increscioso episodio si colloca all’interno di una lunga scia di fatti analoghi nel capoluogo. L’ultima “vittima” dell’irruzione di ignoti, in una notte di metà agosto, era stato l’Istituto Maria Adelaide, in corso Calatafimi. Quanto allo specifico caso dell’Istituto Giovanni Falcone, non è il primo raid che la scuola subisce, anzi.
“Un vile e immotivato atto che offende la comunità scolastica del territorio”. Con queste parole ha commentato l’episodio Aristide Tamajo, assessore all’Istruzione. “Evidentemente molto ancora deve essere fatto sul fronte della sicurezza da parte delle istituzioni per rendere le scuole degli edifici sicuri e al riparo da vandalismi, come quello appena avvenuto. Cercheremo di valutare, insieme alla dirigente scolastica Daniela Lo Verde possibili soluzioni per contenere i danni causati all’istituto prima dell’avvio dell’anno scolastico”.
Solidarietà anche da parte del sindaco Roberto Lagalla. “Conosciamo le difficoltà del quartiere – si legge in una nota – e soprattutto l’impegno quotidiano profuso dalla dirigente scolastica e da tutto il corpo docente che rappresentano un punto di riferimento per le tante famiglie del quartiere. Come sindaco di Palermo, nell’esprimere sincera vicinanza alla dirigente, rinnovo l’impegno di questa amministrazione per la scuola e la sicurezza degli edifici, aspetto sul quale stiamo già lavorando con le aziende del Comune“.
A commentare l’episodio anche Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani, e Vito Cassata, segretario generale Cisl Scuola Palermo Trapani.
“Colpire per l’ennesima volta una scuola, in particolare, in questo caso, un presidio strategico in un quartiere difficile come lo Zen, è colpire al cuore di tutta la comunità educativa di Palermo – si legge in una nota -. Siamo vicini alla preside, a tutto il personale, e agli alunni dell’istituto Giovanni Falcone che hanno il diritto di tornare nelle prossime settimane, in una scuola dotata e attrezzata adeguatamente. A quanto pare il clima di tensione e gli atti vandalici che si susseguono nel nostro territorio, non risparmiano nemmeno le istituzioni scolastiche”.
“Ci auguriamo vengano individuati i responsabili – termina la nota -. Serve maggiore impegno per la sicurezza delle scuole della città e ancor più delle zone periferiche. Condanniamo questi episodi gravi che sottraggono strumenti fondamentali per gli studenti e che sono strategici anche per la mission educativa della scuola”.
Solidarietà anche da parte di Fabrizio Arena, presidente del Laboratorio Zen Insieme, realtà attiva sul territorio dal 1988. “È certamente un fatto spiacevole che si verifichino avvenimenti di questo tipo ed è spiacevole che si sommino ad altri furti e vandalizzazioni che proprio la scuola Falcone ha subito negli ultimi anni. Massima solidarietà alla scuola e per ciò che rappresenta all’interno del quartiere Zen”. Così Arena commenta raggiunto da Palermo Live.
“Noi come associazione del territorio, che si confronta quotidianamente con i suoi problemi, non costatiamo un quartiere irredimibile, come spesso viene raccontato – prosegue -. Né un quartiere buono che si deve scontrare con quello cattivo. Ci sono delle criticità innegabili, a cui noi diamo il nostro piccolo contributo per farvi fronte”.
“Ci interroghiamo – e sarebbe il caso che lo facesse anche la scuola – sui rapporti che intercorrono sul territorio nel momento in cui c’è un rifiuto che si sostanzia in atti così forti”, prosegue. “Raccontarsi come passivi rispetto a queste cose che succedono è un po’ scaricare il peso solo sul quartiere. Se c’è una relazione tra la scuola e la comunità c’è una relazione a due parti. Nel momento in cui ci si ritrova a lavorare in un quartiere con le sue difficoltà come lo Zen è necessario tenere conto che se si verificano con questa cadenza atti vandalici forse si sta intercettando non nella maniera corretta il quartiere stesso”.
L’auspicio, insomma, è che il triste episodio possa divenire una sorta di punto da cui ripartire, facendo le valutazioni del caso. “Non ho mai condiviso la narrazione del quartiere buono/ quartiere cattivo – spiega Arena -. È un quartiere con le sue criticità, sono tante e noi lo sappiamo col lavoro che facciamo ogni giorno; nel momento in cui il lavoro che fai e che pensi essere splendido si viene a scontrare con questi episodi – spiacevolissimi e assolutamente da condannare – ti devi chiedere che dinamiche ci sono nel territorio ed eventualmente raddrizzare il tiro rispetto al tuo intervento educativo sul quartiere. Se non lo fai e tiri semplicemente a dire: ‘Noi facciamo il possibile e c’è la parte marcia del quartiere che ci rifiuta’, non fa bene alla narrazione che dai all’esterno del quartiere né al ruolo di scuola”.
Foto Facebook Daniela Lo Verde