VIDEO | L’affetto del quartiere Kalsa per la piccola Antonella
La bambina morta tragicamente a Palermo giovedì mattina
Tante le persone nel quartiere Kalsa a Palermo che hanno voluto mostrare il loro affetto nei confronti della piccola Antonella Sicomero. La bambina di 10 anni morta tragicamente soffocata da una cinta, probabilmente per una challenge del noto social TikTok.
Proprio alla Kalsa abitava la piccola Antonella insieme ai genitori. Diversi striscioni attaccati ai muri con tanti messaggi; “Il tuo dolce sorriso non lo dimenticheremo mai. Ti amiamo principessa”, “Antonella vive! Sarai sempre nei nostri cuori” alcuni dei messaggi. Tanti oggetti, tra cui giocattoli e peluche lasciati da amici e compagni di scuola. Inoltre le strade del quartiere sono colorate di tanti palloncini rosa e bianchi.
LE INDAGINI
Nella giornata odierna il corpo della piccola sarà sotto posto a autopsia. Le indagini proseguono, si continua a controllare il cellulare della bambina. Presenti diversi profili sia su Facebook che su TikTok; si cerca qualche video che possa testimoniare gli ultimi momenti di vita di Antonella. Inoltre, la piccola era presente anche su YouTube dove aveva pubblicato tre filmati. Le immagini non sarebbero chiare, però, qualche video potrebbe essere stato registrato proprio in bagno.
ORGANI DONATI
Gli organi della piccola sono stati donati per salvare la vita di quattro bambini italiani. Il suo fegato, un rene e il pancreas sono diretti all’ospedale Bambino Gesù di Roma mentre l’altro rene sarà donato al Gaslini di Genova. Il cuore, che doveva essere donato all’Ismett di Palermo per un trapianto, e i polmoni non sono stati ritenuti idonei al trapianto mentre per le cornee i genitori avevano espresso opposizione. L’espianto degli organi è stato deciso dai genitori della piccola vittima, subito dopo aver saputo della morte cerebrale della figlia; “Abbiamo scelto di dire si alla donazione perché nostra figlia avrebbe detto “si, fatelo”. Era una bambina generosa. E visto che non potevamo averla più con noi, abbiamo ritenuto giusto aiutare altri bambini”. Queste le parole dei genitori.