VIDEO| Mafia, colpo alla famiglia Palermo-Roccella: arrestato Giuseppe Guttadauro e il figlio Mario Carlo

Giuseppe è fratello di Filippo Guttadauro, cognato del latitante boss Matteo Messina Denaro

Guttadauro

I Ros insieme al Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo nei confronti di Giuseppe Guttadauro inteso “il dottore”, destinatario della misura degli arresti domiciliari e del figlio Mario Carlo per cui è scattato il carcere. I due sono indagati per i delitti di associazione di tipo mafioso.

Ai due viene contestata l’appartenenza alla famiglia di cosa nostra di Palermo – Roccella (inserita nel mandamento di Brancaccio – Ciaculli) e l’intervento sulle più significative dinamiche del mandamento mafioso di Villabate – Bagheria.

Nel medesimo contesto risultano indagati, ma non destinatari di provvedimenti cautelari, altri soggetti palermitani di cui tre ritenuti essere affiliati alla famiglia di Palermo – Roccella e due, in concorso con il figlio di Guttadauro, di lesioni aggravate.

Le indagini hanno documentato le attività poste in essere da Giuseppe Guttadauro, già tratto in arresto a maggio 2002 nell’operazione “Ghiaccio”. Giuseppe è fratello di Filippo, quest’ultimo cognato del latitante Matteo Messina Denaro.

Guttadauro: contatti da Roma con Cosa Nostra

Dalle investigazioni è emerso che Giuseppe Guttadauro, stabilitosi a Roma dopo la scarcerazione avvenuta il 2 marzo/2012, avrebbe mantenuto i contatti con l’organizzazione mafiosa di riferimento anche attraverso il figlio Mario Carlo il quale ne avrebbe mediato le interlocuzioni con gli altri indagati attivi a Palermo.

Guttadauro è intervenuto su richiesta del figlio Mario Carlo per risolvere i contrasti che erano sorti a Palermo sull’esecuzione di lavori che dovevano essere realizzati presso una importante struttura industriale sita nella zona di Brancaccio.

Le intercettazioni hanno inoltre rivelato le aspre critiche mosse dal “dottore” alle nuove generazioni di mafiosi. In particolare a Giuseppe Guttadauro non era andata giù la notizia della collaborazione con la Giustizia di Francesco Colletti ed era preoccupato per le dichiarazioni di Filippo Bisconti. Inoltre il “dottore” aveva manifestato al figlio Mario Carlo la volontà di “evolversi” pur rimanendo ancorati ai principi di cosa nostra.

Traffico di droga

Il quadro indiziario ha evidenziato come Guttadauro Giuseppe fosse pure intervenuto per regolare l’attività di traffico di stupefacenti condotta da un pregiudicato bagherese ed i rapporti di quest’ultimo con i vertici pro-tempore della famiglia mafiosa di Bagheria.

Inoltre, il fratello del cognato di Messina Denaro avrebbe progettato un traffico di stupefacenti con l’estero, finanziato dai sodali palermitani. Si era avvalso di un soggetto albanese per reperire hashish e al tempo stesso è riuscito a creare un canale per l’approvvigionamento di cocaina dal Sud America.

In tale ultimo ambito, avrebbe avuto un ruolo anche un assistente di volo. Quest’ultimo, in buoni rapporti con Giuseppe Guttadauro, avrebbe dovuto trasportare 300 mila euro in Brasile nel momento in cui il carico di droga dal Sud America fosse arrivato in Olanda.

Guttadauro e il rapporto con la città di Roma

Dalle indagini è anche emerso che il boss appartenente alla famiglia Palermo-Roccella aveva grande “considerazione” in determinati ambienti della Capitale. Ad esempio, gli sarebbe stato richiesto di intervenire – dietro la promessa di un lauto compenso – per la soluzione di un contenzioso tra una facoltosa donna romana e un istituto bancario. L’ammontare di tale controversia era pari a 16 milioni di euro.

Guttadauro era pronto a passare alle vie di fatto se fosse stato necessario, incaricando qualcuno di malmenare i soggetti che riteneva stessero ostacolando la soluzione della vicenda.

Infine è emerso che Mario Carlo Guttadauro fu il mandante di un pestaggio nei confronti di un giovane palermitano, eseguito da altri due indagati. La colpa della vittima era quella di aver accusato il figlio del “dottore” di condotte disdicevoli.

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