VIDEO| Rotoli, un anno di emergenze: quasi 800 le bare a deposito

La nostra live dal camposanto di Palermo documenta uno scenario problematico. L’area superiore è ancora interdetta e le salme continuano ad accumularsi. Nessuna novità sul fronte dell’inceneritore.

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Un anno di emergenze al cimitero dei Rotoli, a Palermo. E’ questo, più o meno, il tempo trascorso da quando le salme dei defunti hanno iniziato ad accatastarsi prima nei depositi e poi nelle tensostrutture messe in campo dall’Amministrazione

Come riferito anche dal capogruppo della Lega Igor Gelarda durante la nostra live, sarebbero 784 le bare presenti in attesa di una degna sepoltura. Una situazione disperata, alla quale si uniscono altri due ordini di problemi: l’inaccessibilità della parte superiore del camposanto e il mancato funzionamento dell’inceneritore, che ha anche costretto alcune famiglie a lunghi viaggi in terra calabra per espletare le operazioni di cremazione.

LE IMMAGINI DAI ROTOLI

Durante la nostra live di oggi, abbiamo documentato un quadro di abbandono e di mancata manutenzione nella parte alta. La zona è infatti chiusa da quasi 13 anni per motivi di sicurezza. Di recente, gli operai del Coime hanno anche posto delle transenne per impedire l’accesso al pubblico che, nonostante l’ordinanza sindacale, ha continuato negli anni ad onorare i propri defunti.

Alcune fontanelle si trovano addirittura inserite sulle scalinate, rendendo la vita difficile a persone con problemi di deambulazione o di carattere visivo. I corrimano sono stati sostituiti da travi utilizzate solitamente nei cantieri edili, i cui perni esposti potrebbero rappresentare un pericolo soprattutto per bambini o persone poco attente. I crolli in zona appaiono evidenti, con alcuni muri danneggiati dalle intemperie e dal logorio del tempo.

I DEPOSITI PIENI DI SALME

Scendendo verso le uscite la situazione non cambia, con la mancata manutenzione che lascia spazio ai depositi stracolmi di bare. Qui, nel mese di gennaio, è stata montata una seconda tensostruttura, che ospita ad oggi una settantina di salme, tutti lasciate per terra. A queste, si aggiungono quelle poste sui ferri innocenti del primo gazebo. Spostandosi verso l’ingresso principale, il quadro non cambia. Anche qui, i depositi sono pieni zeppi di bare.

A ciò si aggiunge anche la mancata manutenzione di alcune cappelle. Alcune di queste sono addirittura diventate ritrovo per uccelli, che hanno anche nidificato all’interno. Per terra è possibile vedere un folto strato di guano, che emana un odore decisamente sgradevole.

La palla passa nuovamente all’Amministrazione, che dovrà mettere in pratica il piano annunciato nelle scorse settimane per far fronte ad un’emergenza che ormai perdura da un anno.