“Viaggio in musica e versi nell’opera di Calderón de la Barca” è il titolo del primo appuntamento di “Arte in movimento”, in programma a partire dal 29 giugno.
Lo spettacolo che aprirà la rassegna estiva a cura dell’associazione “MusicaMente” andrà in scena alle 21:00 a Villa Magnisi, in via Padre Rosario da Partanna 22 a Palermo.
Un invito all’ascolto precederà, alle 20:30, l’esibizione degli artisti.
L’ingresso prevede un contributo libero.
La rassegna estiva di “MusicaMente” vede i contributi dei Comuni di Palermo, Gratteri, Cefalù e Baucina.
“Arte in movimento” si inserisce nell’ambito delle attività a carattere professionale nel campo dello spettacolo dal vivo a valere sulle risorse del Fondo Unico dello Spettacolo, il FUS, nelle aree periferiche del Comune e della Città Metropolitana di Palermo.
Diretto da Gianfranco Perriera, lo spettacolo vede protagonisti gli attori Enrico Stassi, Giuditta Perriera, Dario Frasca, Silvia Di Giovanna.
A eseguire le musiche, saranno Paolo Rigano alla chitarra barocca e arciliuto, Cinzia Guarino al clavicembalo e Marco Lo Cicero alla viola da gamba.
“Viaggio in musica e versi nell’opera di Calderón de la Barca” ruota attorno alla rutilante e musicalissima poesia del principale autore del siglo de oro, il drammaturgo madrileno Pedro Calderón de la Barca.
La sua arte letteraria e teatrale è sempre stata un inno appassionato alle apparenze del mondo e, al contempo, un avvertimento preoccupato delle potenziali crudeltà e cattiverie in esse racchiuse.
L’attualità del suo pensiero è data dalla centralità del sogno e dall’ingannevolezza che in esso si cela.
Ma è proprio nell’elemento onirico che si disvelano le profondità dell’animo umano.
Le musiche che accompagneranno lo spettacolo saranno il fandango di Gaspar Sanz, la follia di Antonio Martín y Coll ,“J pues me desdeñáis” di Marin Ojos, “Vaja pues rompendo l’aire” di Sebastián Durón e “Recercada prima” di Diego Ortiz.
Un concerto per strumenti e voci recitanti, sulle parole di Un concerto per strumenti e voci recitanti, sulle parole di Pedro Calderón de la Barca, diviene quindi un’occasione di riflettere sul tempo attuale attraverso lo splendore ammaliante dei suoni e delle apparizioni.
Il fascino del desiderio può condurre gli umani alla perdizione così come il privarsene può relegarli in un’asfittica depressione. In tal senso Pedro Calderón de la Barca come tutta la grande arte barocca, risulta straordinariamente attuale.
In un tempo dominato sempre più dal virtuale e dal mito del successo, in un’epoca di inarrestabile profluvio delle immagini e di dissoluto uso delle fake news, in un periodo in cui l’abbaglio del visivo tende a ridurre lo spazio per la concentrazione, il drammaturgo e religioso spagnolo, con la potenza immaginifica delle sue parole, diventa un’importante strumento per interpretare l’attualità.
“O leggiadra, e composta, tu sei lo stupore del mondo”, scriveva.
Allo specchio dell’autore si presentavano, allora, essenze e personaggi: provavano a praticare la virtù o almeno vi aspiravano e tante volte la sbugiardavano o la fingevano.
Esecravano i vizi, e, altrettante volte, li mascheravano o vi indulgevano, con più o meno disinvolta ipocrisia.
Allo specchio delle vetrine social, oggi, gli umani o i loro avatar espongono e rimirano il loro fascino e i loro timori, ansie e brame.
Come quella attuale, anche l’epoca barocca era un’epoca della fascinazione dello sguardo: lo sfavillio ammaliante delle cose celebrava la bellezza ma insieme si faceva accattivante esperienza sensibile e seducente sirena dei desideri.
E, proprio come in quella attuale, anche in epoca barocca il deus appariva absconditus e il mondo vero diventava favola e la favola mondo vero – come predisse Friedrich Nietzsche sul finire dell’ottocento – gettando i mortali nel labirinto dell’incertezza, tra vertigine della catastrofe e speranza di salvezza.