Violazione delle misure di prevenzione, Niko Pandetta assolto: il decreto era illegittimo

Al centro della vicenda il possesso di un cellulare nonostante l'”avviso orale” del questore di Catania

niko pandetta

Il trapper siciliano Niko Pandetta, all’anagrafe Vincenzo Pandetta, è stato assolto oggi a Milano dall’accusa di aver violato un decreto sulle misure di prevenzione. L’ex cantante neomelodico, attualmente detenuto in esecuzione di una condanna definitiva per spaccio ed evasione, è noto per le polemiche suscitate da alcuni testi delle sue canzoni. Testi che hanno portato anche alla cancellazione di diversi concerti in varie località italiane.

Il cellulare e l’accusa mossa a Niko Pandetta

Secondo la Procura milanese, Niko Pandetta avrebbe violato il decreto sulle misure di prevenzione perché in possesso di un cellulare nonostante fosse stato sottoposto ad un “avviso orale” del questore di Catania nel 2015. Così spiega l’imputazione. Per questa ragione quel telefono, nell’ottobre del 2020, gli era stato sequestrato.

Niccolò Vecchioni, il legale che difende Pandetta, ha tuttavia fatto notare che la Corte costituzionale, con una sentenza dello scorso febbraio, ha dichiarato “illegittima la norma del codice antimafia che consentiva al questore di vietare l’utilizzo di ‘apparati di comunicazione radiotrasmittenti’ a soggetti ritenuti socialmente pericolosi”. Questa disposizione, ha sottolineato il legale, “confligge” con il “principio di libertà di comunicazione” sancito dalla Costituzione.

La difesa ha pertanto chiesto l’immediato proscioglimento di Pandetta. Una richiesta accolta dal giudice, che oggi lo ha assolto disponendo anche la restituzione del telefono.

 

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