Nell’immaginario collettivo, era e resterà per sempre lo scultore che ha realizzato il Toro, emblema di Wall Street a New York.
Arturo Di Modica si è spento lo scorso 19 febbraio, nella sua abitazione a Vittoria, in provincia di Ragusa. L’artista, che aveva di recente tagliato il traguardo degli ottant’anni, era gravemente malato da tempo. Scultore di fama internazionale, proprio nel giorno del suo compleanno, il 26 gennaio scorso, aveva ricevuto gli abbracci virtuali ma colmi di affetto di colleghi e concittadini.
Se è vero che la sua fama era prevalentemente legata al simbolo della borsa finanziaria più nota al mondo, è altrettanto vero che tutta la vita artistica e culturale di Arturo Di Modica sia stata contrassegnata da genio, sensibilità e dedizione.
Un talento visionario, cultore della bellezza, che mischiava coraggio, gentilezza, passione e provocazione.
Arturo Di Modica aveva soltanto diciannove anni quando lasciò la sua città natale per trasferirsi a Firenze. Nella città toscana frequentò la Scuola Libera del Nudo presso l’ Accademia di Belle Arti.
Gli anni più significativi della sua parabola artistica sono però quelli newyorchesi. Nel 1973 approda alla Grande Mela, mettendo radici nel quartiere Soho e aprendovi uno studio. Raggiunse l’apice della notorietà e della visibilità internazionale nel 1987 quando, proprio durante la crisi di mercato, realizzò un grande toro di bronzo.
L’ opera, denominata “The Charging Bull” – del valore di trecentocinquantamila dollari – senza alcuna autorizzazione, trovò spazio al Bowling Green Park, di fronte a Wall Street.
Goliardicamente e irriverentemente, simboleggia la tendenza al rialzo dei mercati finanziari.
Un ‘affettuosa amicizia e una forte stima reciproca legavano l’artista scomparso e il sindaco di Siracusa Francesco Italia. Nel 2018, Arturo Di Modica aveva registrato un video per supportarne la candidatura in qualità di primo cittadino. Nel messaggio di cordoglio per la dipartita dell’amico, Francesco Italia auspica che “la Sicilia e la città d’origine Vittoria sappiano riappropriarsi del grande scultore che ha lasciato tracce del suo talento in tutto il mondo”. Malgrado avesse trascorso negli Stati quarant’anni, l’artista aveva mantenuto con il luogo natio un forte legame.
Per la “sua” Vittoria, che aveva fatto conoscere in tutto il mondo, l’artista aveva ideato e progettato due cavalli, simbolo dell’antico splendore della Valle dell’Ippari, un tempo popolata dai nobili animali.
Un’opera purtroppo rimasta incompiuta, che però racconta tutto l’amore del maestro vittoriese per la terra d’origine.
C’è di più. Per commemorare l’uomo e lo scultore, il sindaco ha annunciato una mostra, “degna delle sue opere e della sua forte personalità”. La Commissione straordinaria e l’amministrazione comunale di Vittoria hanno indetto il lutto per il giorno dei funerali, lunedì 21 febbraio.
La camera ardente è stata allestita nella sala Giudice al Chiostro delle Grazie. La cerimonia si terrà alle ore 16:00, nella Chiesa di San Giovanni Battista.