Peppe Messina lasciò Gela ventisei anni fa per un viaggio al buio. Seguì le orme di un conoscente che lavorava come manovale in una fabbrica di pattini a rotelle in Veneto. Per tenere vivo il ricordo della sua terra d’origine, da sei anni fa il cantautore con testi dedicati alla Sicilia. Per questo motivo è stato premiato con il premio Bertone alla sicilianità.
Peppe ha lavorato per sei mesi nella fabbrica di pattini a rotelle, poi per vent’anni in una ditta metalmeccanica; prima come operaio e poi come impiegato nel controllo qualità.
Dopo vent’anni, Peppe per amore cambia lavoro.
“Ho sposato una donna della provincia di Treviso – racconta – lei è una scrittrice. E per migliorare il nostro futuro ho fatto la scelta di cambiare posto di lavoro. Ora sono responsabile capo reparto, sempre nel settore metalmeccanico”.
Da sempre Peppe ha nutrito una passione per la musica, ma da sei anni è diventato anche cantautore. “Nei miei testi canto la Sicilia per tenerne sempre vivo il ricordo. Ho lavorato con un gruppo jazz – racconta – con dei comici veneti ai quali facevo da spalla come chitarrista solista. Una mia canzone famosa dedicata alla Sicilia è “Bedda Mia”. Nel testo denuncio le problematiche che c’erano e che, purtroppo, ci sono ancora nella mia terra d’origine”.
Nell’ambito musicale Peppe è molto conosciuto e richiesto anche all’estero. “Ho ricevuto proposte di lavoro in Canada, in Francia e in Belgio – racconta – ma per via del Covid i concerti hanno subito un arresto. Sempre a causa della pandemia non ho potuto ancora ritirare il premio Bertone ad Augusta, che mi è stato conferito lo scorso anno per la mia sicilianità, probabilmente lo ritirerò il mese entrante”.