Continuano le vicende relative alla vertenza Ita- Almaviva. Com’è noto, ormai da mesi i lavoratori dei call center di Palermo e Rende protestano contro la mancata applicazione della clausola sociale da parte di Ita, la compagnia di bandiera che subentra ad Alitalia. I lavoratori del call center, da anni impegnati nel servizio di assistenza clienti, vedono infatti adesso a rischio il loro posto di lavoro; la gestione del servizio è stata infatti assegnata alla Covisian, azienda vincitrice di gara d’appalto.
L’ultima protesta si è tenuta, a Palermo, il 27 settembre. I lavoratori hanno tenuto un sit-in nei pressi della stazione Notarbartolo e poi marciato in un corteo che ha creato disagi al traffico. Previsto, successivamente, un incontro tra i rappresentanti sindacali e il ministero del Lavoro. Tuttavia, la risoluzione del conflitto non pare ancora vicina.
“Dopo il nulla di fatto dell’ultimo incontro ministeriale – scrivono i sindacati in una nota -, gli equilibri, già precari, di questa delicata vertenza vengono ulteriormente minati dalla determinazione di Covisian di formare risorse per la commessa ITA, pur non essendo ancora pervenuti ad una soluzione che metta in sicurezza tutti i lavoratori di Almaviva – Alitalia”.
Il 15 settembre, la Covisian, mediante una nota ufficiale, ha dichiarato la propria disponibilità ad impiegare sulla nuova commessa i lavoratori di Almaviva del servizio clienti Alitalia, auspicando delle soluzioni condivise.
“Lungi dal voler fare ostruzionismo al lancio delle attività di ITA, le OO.SS. ritengono però che tutto si debba muovere all’interno delle regole sancite dalla legge e dal CCNL delle TLC, settore nel quale Covisian interpreta ed ha interpretato un ruolo di primo piano, anche in occasione del recente rinnovo del contratto nazionale, in un percorso davvero condiviso e che ha rafforzato la clausola sociale”.
I sindacati proseguono: “In un clima sempre più teso ed un problema sociale che impatta, non solo i 621
lavoratori di Palermo e Rende ma l’intero comparto, azioni unilaterali rischiano di incrinare relazioni industriali sane e costruttive; fondamentali se si vuole pervenire ad una soluzione inclusiva e sostenibile”.
I sindacati si rivolgono, dunque, alle Istituzioni ancora una volta. La richiesta è che facciano da garante per l’applicazione delle norme di legge e contrattuali. Non manca, infine, l’accenno ad ulteriori azioni di lotta volte a tutelare l’intero settore dei call center.