Altavilla, la figlia ai carabinieri: “Hanno fatto un rito per scacciare il demonio”
Un esorcismo trasformatosi in massacro. La figlia, trovata in stato confusionale, avrebbe trascorso 36 ore in casa con il padre, forse drogata e sedata
Alla strage di Altavilla è sopravvissuta solo la figlia primogenita, 17 anni, che le forze dell’ordine hanno ritrovato in stato confusionale, seduta sul letto della sua stanza. “Hanno fatto un rito per scacciare il demonio”, ha raccontato lei stessa ai carabinieri. Secondo i primi rilievi del medico legale, la strage potrebbe essere avvenuta venerdì 9 febbraio e nelle ultime 36 ore la ragazza sarebbe rimasta in casa con il padre, forse drogata e sedata. Adesso si trova in una comunità protetta. Giovanni Barreca, l’omicida, ha chiamato i carabinieri soltanto nella notte di domenica. Nel suo cellulare, all’esame degli investigatori, sono stati ritrovati contatti con una coppia di conoscenti di Palermo, che è stata fermata ieri sera. Ma non solo. L’uomo seguiva soprattutto Roberto Amatulli, un santone autoproclamatosi “ministro di Cristo Gesù ripieno dello spirito santo”, presente anche nei suoi post a sfondo religioso.
La setta, il ‘santone’ e gli amici palermitani
Amatulli, parrucchiere di origine barese, sostiene di essere in grado di scacciare il demonio e di guarire dal tumore. Si è convertito durante la pandemia e ha cominciato a girare Puglia, Calabria e Sicilia per celebrare eventi di evangelizzazione o battesimi svolti nelle piscine o in riva al mare. Ha sostenuto di aver risvegliato con la preghiera un bambino dal coma. Su TikTok la setta di Amatulli raccoglie 5 mila follower, e scrive«Hai un tumore? Non ti curare, solo Gesù ti può salvare». Oppure: “Sei ferito? È un segno del Signore”. Questi alcuni degli slogan riportati sui profili social di Alatulli, come racconta Repubblica. Il santone si cimenta in pratiche di guarigione, ma pratica anche esorcismi e rituali per scacciare il demonio, spesso in diretta sui social network.
La coppia di amici palermitani fermata ieri sera con Barreca condividerebbe con lui lo stesso fanatismo religioso. Tenevano insieme incontri privati di preghiera e di letture delle Scritture. Secondo gli inquirenti i due palermitani potrebbero aver avuto un ruolo attivo nella strage.
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