Area dedicata alle donne, il ripristino dopo l’atto vandalico: “Chiediamo tutta la verità sulle stragi di mafia”

A otto giorni dall’atto vandalico all’area dedicata alle donne, le associazioni promotrici hanno reinstallato i pannelli fatti a pezzi

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I ripetuti atti di vandalismo non fermano gli ideatori dell’area dedicata “al valore delle donne contro ogni violenza”. Il sito, tra via Autonomia Siciliana e via D’Amelio, a Palermo, è stato dedicato lo scorso 9 ottobre, quale primo progetto di rigenerazione urbana firmato #DonneRigenerAttive.

Fin da subito diversi atti vandalici hanno tentato di deturpare l’area. Si è partiti, due giorni dopo l’inaugurazione, con i danneggiamenti alla pensilina Amat, in memoria della strage di via D’Amelio; poi il furto della pomelia dedicata all’agente Emanuela Loi. Un’altra volta ignoti hanno asportato il masso gemello del masso scartato da Monte Pellegrino, simbolo della solidità del valore delle donne.

Qualche giorno fa un nuovo “attacco”, secondo l’ideatore Emilio Corrao (QUI L’INTERVISTA). Due pannelli nella pensilina recanti il ricordo di alcune donne coraggio sono stati distrutti. “Lo definisco un gesto goliardico, non lo attribuisco al vento – aveva spiegato Corrao a Palermo Live -. A Palermo abbiamo avuto giornate di vento importanti e non era mai successo nulla. Addirittura alcune attività commerciali avevano subito danneggiamenti, ma questi pannelli dell’area no. Inoltre è come se gli fosse stato dato un pugno, sono letteralmente esplosi, con cocci a destra ed a sinistra. Sembra o che Palermo non ami il bello o non so come altro definirlo”.

“Frammenti di verità” nell’area dedicata alle donne

A otto giorni dall’atto vandalico, le associazioni promotrici del progetto sono tornate sul posto per reinstallare i pannelli fatti a pezzi. “Frammenti di verità” il titolo dato all’appuntamento, che ha visto la presenza dei rappresentanti di Agesci, Libera, Democratica Palermo, del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino, di Left wing, de La casa di Paolo, dell’associazione Mezzo cielo, dell’Associazione Emily e di alcuni studenti delle superiori.

Rimessi insieme i cocci evidenziando i solchi di rottura, si è proceduto a piantare i pannelli nel terreno. Questi hanno così hanno assunto un ulteriore significato simbolico. Rappresentano i frammenti di verità restituiti a partire dai quali si eleva un appello: “Chiediamo che ci sia restituita la verità, tutta la verità, sulle stragi di Capaci e via D’Amelio“.

Così afferma Corrao, sottolineando che il pannello raffigura donne “che hanno subito violenza, ma non da un maschio vuoto di morale, ma dalla mafia e dalle connivenze che questa ha con deviati organi dello Stato che continuano ad inquinare la verità sulle stragi di Capaci e nello specifico via Mariano D’Amelio”.

Si tratta di Emanuela Loi, prima poliziotta morta in una strage di mafia; Rita Atria, giovane “testimone di giustizia” che dopo la morte del giudice Paolo Borsellino si suicidò; Rita Borsellino, sorella di Paolo, attivista dopo stragi del ’92; Pia Maria Lepanto, madre di Borsellino che ha fortemente voluto l’albero di via D’Amelio direttamente da Gerusalemme; Agnese Piraino Leto, la moglie di Paolo Borsellino che con coraggio e impegno è stata testimone della richiesta di verità.

I prossimi appuntamenti sul sito

Contiamo di tornare sul posto il 2 Giugno – conclude Corrao – per festeggiare non più la morte, ma la vita, il compleanno di Rita Borsellino. Ma il 2 giugno ricorderemo la festa della Repubblica che oggi con questi frammenti di verità continua ad essere minacciata e sotto attacco dalla criminalità mafiosa e dalle sue collusioni con esponenti deviati dello Stato. Ricorderemo che le Istituzioni sono sacre e non vanno toccate né inquinate. E ricorderemo il suffragio delle donne italiane. E rilanceremo a 30 anni dalle stragi il nostro “grido di dolore” in richiesta di “verità, di tutta la verità” sulla strage di via D’Amelio”.

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