“È folle provare a soffocarsi sino al limite estremo per una black out challenge, riprendendosi allo specchio e pubblicando il video sui social allo scopo di acquisire like“.
Lo afferma, in una nota, Maria Astone, presidente del Corecom Sicilia, il Comitato regionale per le comunicazioni.
“Un gesto tragico – prosegue la professoressa Astone in merito alla vicenda della piccola Antonella – che dovrebbe determinare una presa di coscienza e una seria riflessione sulla pericolosità del social al quale si iscrivono bambini, pre-adolescenti e adolescenti“.
Parole chiare, che preannunciano interventi e iniziative legati alla necessità di sensibilizzare la collettività in merito al corretto utilizzo delle piattaforme.
“Il Corecom Sicilia – si legge in una nota – è vicino alla famiglia della bimba palermitana di dieci anni che si è soffocata accettando la sfida su Tik Tok“. “Segnaleremo formalmente l’accaduto – prosegue la presidente Astone – all’Autorità Garante per le comunicazioni, chiedendo di adottare i provvedimenti più opportuni”. “Le istituzioni tutte -sottolinea- dovrebbero intervenire, a livello regionale e nazionale, ma soprattutto europeo, per impedire la circolazione di applicazioni tanto diffuse, che risultano particolarmente nocive per i minori e la loro salute”.
Secondo Astone, vi sarebbe una correlazione tra emergenza sanitaria e intensificazione nell’utilizzo della app. “Un fatto molto preoccupante – spiega – che l’uso di Tik Tok si sia rafforzato nel contesto della pandemia : negli ultimi dodici mesi, come risulta dall’Osservatorio AGcom, la crescita dell’applicazione è stata in assoluto la più elevata tra i social network“. Alla luce di tali considerazioni, la presidente Astone ritiene necessario avviare azioni di prevenzione dei rischi connessi all’utilizzo di Tik Tok. Interventi che dovrebbero vedere quali destinatari non solo i minori e gli adolescenti, ma anche le loro famiglie.
Al tempo stesso, per il Corecom Sicilia sarebbe “opportuno che le autorità competenti adottassero iniziative per impedire gli effetti pregiudizievoli dell’applicazione”.
“La tutela dei minori – chiarisce – non deve essere solo un’affermazione di principio”. In una simile ottica, pertanto, appare indispensabile verificare quali strumenti utilizzare per evitare che l’uso di Tik Tok possa alterare la capacità di scelta e determinazione dei minori.
Nel luglio scorso, il Corecom Sicilia ha istituito un Osservatorio dedicato a internet e ai soggetti vulnerabili. E ha già promosso un momento di approfondimento sull’impatto che il social network cinese riveste sulla vita degli individui.
Il tutto, anche in considerazione dell’attenzione dell’Unione europea alla materia del rispetto del Regolamento sulla protezione dei dati personali.
Proprio su questo punto, la professoressa Astone non manca di sottolineare come la collettività sia in larga misura inconsapevole in merito a questioni nevralgiche come il diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali.
“Troppo spesso – spiega – si assiste alla diffusione di contenuti e immagini che non dovrebbero essere veicolati, perchè legati alla sfera intima e privata”.
In cantiere ci sono programmi di educazione digitale che annoverano quali principali fruitori gli studenti e, più in generale, la cittadinanza.
Oltre a un tavolo tecnico che mette insieme Corecom e soggetti istituzionali regionali: obiettivi comuni, l’alfabetizzazione digitale della società, lo studio e l’analisi di nuove forme di tutela, soprattutto a favore dei soggetti più vulnerabili.
“Intendiamo inoltre – conclude Astone – farci parte attiva in questa incredibile vicenda segnalandola all’Autorità Garante per le comunicazioni e chiedendo di adottare i provvedimenti più opportuni”.
Di tipo inibitorio , ovviamente: occorrerà però fare chiarezza sul “ruolo”più o meno attivo di Tik Tok sul terribile gioco, ovvero stabilire se la app si sia limitata a veicolarlo o se lo abbia promosso.
Non è esclusa la disapplicazione del gioco stesso.
L’Europa, intanto, lavora a un nuovo mercato unico digitale, sia a tutela dei propri interessi economici che dei diritti fondamentali dei cittadini.
Il Digital Services Act si inserisce in un più vasto pacchetto di norme orientate alla creazione di un unico programma digitale.
La proposta di regolamento è stata presentata dalla Commissione Ue il 15 dicembre scorso e segue l’iter legislativo, che si prevede piuttosto lungo, data la complessità della materia trattata e i molteplici interessi in gioco.