Neanche la pandemia è riuscita a far perdere a Palermo lo scettro di città più congestionata d’Italia. Il traffico tentacolare del capoluogo siciliano, complice gli eterni cantieri sparsi a macchia di leopardo, rimane soffocante. E come potrebbe essere altrimenti, considerato che quasi tutti i lavori iniziati, difficilmente riescono a mantenere la tabella di marcia prevista. Opere volte a migliorare la viabilità ma non solo quella, hanno un inizio senza di contro mai conoscere una fine. Nel servizio video a cura di Pietro Minardi (riprese di Giuseppe Alberto Martorana) che proponiamo ai nostri lettori, condensiamo in pochi minuti le maggiori criticità presentate in merito dalla città.
Iniziamo dal cantiere nei pressi del canale Mortillaro di viale Regione Siciliana, aperto da qualcosa come 164 giorni (data chiusura lavori 12 gennaio) e che sembra essere abbandonato a se stesso. Risultato? La spina dorsale della viabilià palermitana, la cosieddetta circonvallazione, progettata per alleggerire il traffico, diviene invece uno dei punti più critici per gli automobilisti. Sia per i palermitani che per coloro che la attraversano a mò di tangenziale, Viale Regione continua a rimanere un incubo.
Ma non è finita quì, visto che, in un’altra, ossia quella di via Montepellegrino, l’ennesimo cantiere ha conosciuto la sua data di nascita ma stenta a conoscere quella di fine lavori. In una delle vie strategiche di Palermo, tra l’altro direttamente collegata al suddetto canale Mortillaro, continuano a susseguirsi quotidianamente gli incolonnamenti dei veicoli. Un cantiere aperto da ottobre la cui conclusione dei lavori era prevista per giugno. Causa di grosse difficoltà per i commercianti della zona già strangolati dalla pandemia. Proseguendo sulla direttrice sud -est dell’impianto urbanistico viario della città ecco via Crispi. Ci riferiamo al sottopasso, la cui carreggiata risulta da tempi ristretta per lavori. Un cantiere talmente dimenticato da far si che sui bordi della strada nascono financo le palme, senza contare il fatto che dall’alto del sovrappasso filtra puntuamelne acqua piovana.
Passiamo adesso al nodo ponti: quello di via Oreto e quello Corleone. Strutture che soltanto a guardarle da lontano, memori della sciagura del ponte Morandi a Genova, a causa delle loro precarie condizioni fanno venire i brividi. Due ponti che tra le altre cose limitano la mobilità dei mezzi pesanti, costretti, ormai da mesi, a virare per gli assi viari che costeggiano il tratto marinaro di Palermo. Camion e tir che si ritrovano, assieme ad una moltitudine di altri veicoli, a percorrere manti stradali in condzioni precarie (vedi zona Cala), transennamenti e carreggiate ridotte.
Servizio video a cura di Pietro Minardi, riprese di Giuseppe Alberto Martorana