Trent’anni fa se ne andava Frank Capra, pioniere del sogno americano
Nato a Bisacquino nel 1897, il regista morì il 3 settembre 1991 in California
Nato a Bisacquino, in provincia di Palermo, Frank Capra è stato molto più che uno dei registi di punta dell’epoca d’oro di Hollywood, tra gli anni trenta e quaranta.
Un veicolatore di ottimismo, buoni sentimenti, emozioni positive: la sua stessa vita personale fu una parabola del sogno americano, vissuto dall’angolo visuale di un emigrato.
Più precisamente, un modesto italiano in cerca di fortuna negli USA e divenuto una celebrità internazionale.
Trent’anni fa, il 3 settembre del 1991 se ne andava, lasciando un’eredità immensa al cinema e consegnando le sue opere alla classicità.
DA BISACQUINO ALLA MECCA DEL CINEMA
Francesco Rosario Capra nacque il 18 maggio 1897 da Salvatore, un contadino analfabeta, e Rosaria Nicolosi: la coppia ebbe in tutto sette figli.
La fortunata avventura americana ebbe inizio con una lettera di Ben, uno dei fratelli maggiori, già emigrato negli Stati Uniti, che esortava i familiari a raggiungerlo in California.
Il padre Salvatore accettò e, dopo un viaggio di oltre venti giorni, la famiglia si ricompose alla stazione di Los Angeles.
La confortante visione di Ben che li attendeva vicino a una carrozza sintetizza lo spirito con il quale molti italiani affidavano le loro speranze a quello che, qualche decennio dopo, sarebbe stato connotato come “sogno americano”.
Correva il 1903.
L’ incontro con il cinema risale al 1922.
Dopo esperienze di aiuto-regia presso diverse piccole produzioni locali, si propose a Walter Montague, produttore dei Fireside Studios, dirigendo il cortometraggio “Fultah Fisher’s Boarding House“.
Fu l’ inizio di una fulgida carriera e di un sogno: Frank Capra divenne il più autorevole cantore dell’american way of life, regalando al mondo pellicole memorabili.
In una cornice di glamour e sogno, all’insegna dell’ottimismo e delle emozioni, capaci di commuovere il pubblico e orientarlo a coltivare i buoni sentimenti.
I FILM DI FRANK CAPRA: OLTRE L’ APOLOGIA DELL’ OTTIMISMO
Pioniere dell’american dream, il regista è – a torto – considerato il re della commedia a lieto fine senza ulteriori implicazioni.
Lo testimonia la puntuale messa in onda dei suoi film durante il periodo natalizio, una sorta di tradizionale appuntamento con i telespettatori.
In realtà, la sua opera è molto più complessa di quanto si possa immaginare, e prende in esame dinamiche sociali che, al di là della lettura “populista”, descrivono drammi e conflitti, individuali e familiari.
Fra le sue commedie più popolari, “Accadde una notte” (1934), “É arrivata la felicita’” (1936), “Mr. Smith va a Washington” (1939), “Arriva John Doe” (1941) e “L’eterna illusione” (1938).
E, naturalmente “La vita è meravigliosa” (1946).