Covid 19, l’appello del maestro pizzaiolo palermitano Lorenzo Aiello
Il ristoratore ha aderito alla campagna “Io Apro”
La sua pizza è considerata un’eccellenza gastronomica, a Palermo e non solo. Un mix perfetto di tradizione e innovazione, all’insegna della migliore manualità. Eppure anche Lorenzo Aiello, campione mondiale nella categoria “pizza rotonda”, sconta, al pari di tanti suoi colleghi meno blasonati, gli esiti delle chiusure e delle restrizioni legate al Covid 19.
Disagi e preoccupazioni che si sono abbattuti sulla sua attività a partire dai primi mesi dello scorso anno, rendendo vulnerabile anche un autorevole esponente del settore della ristorazione, che vanta un’ esperienza lunga trentotto anni .
Praticamente, una vita al servizio dell’arte bianca.
Nato nel 1973, originario di Villabate in provincia di Palermo, il maestro pizzaiolo non è solo un professionista nel comparto della ristorazione, ma un vero e proprio filantropo disponibile ad aiutare il prossimo attraverso l’arte gastronomica.
In qualità di istruttore autorizzato, inoltre, Lorenzo Aiello è impegnato nella divulgazione delle proprie conoscenze professionali agli aspiranti pizzaioli.
Oggi , pur riconoscendo la necessità di tutelare la salute collettiva con tutti i mezzi, è convinto che nei confronti del mondo che rappresenta sia in atto “un vero e proprio accanimento da parte della politica, sia a livello nazionale che tra le istituzioni locali”.
LO SFOGO IN TV
Considerazioni che l’esponente della Federazione Nazionale Pizzaioli ha raccontato a Barbara D’Urso, nel corso di una diretta di “Pomeriggio 5”. Intervistato dalla giornalista Giuliana Zanca, il celebre ristoratore ha spiegato le ragioni del proprio sconforto (https://www.facebook.com/Pomeriggio5/videos/1077888216012266). Il tutto, mentre era intento a preparare alcune tra le specialità, tutte rigorosamente siciliane, per le quali è molto apprezzato, congiuntamente alla pizza.
LA CRISI DELLA RISTORAZIONE : “OPERATORI IN GINOCCHIO”
Lorenzo Aiello è uno dei numerosi ristoratori che ha aderito alla campagna “Io Apro“, azione di disobbedienza gentile, nel rispetto delle norme anti-Covid. La mattina del 15 gennaio, giorno dell’avvio dell’iniziativa, si è recato presso la trattoria “Ferro di cavallo 2” in viale Europa a Villabate.
Il locale è del collega Alessandro Ciminna , che ha deciso di aprire i battenti malgrado le restrizioni in atto. Il pizzaiolo si è cimentato nella preparazione dell’arancina street food in chiave gourmet, servita in una coppa di champagne con tanto di tritato e scaglie di formaggio, e del cannolo scomposto. Ovvero le prelibatezze messe a punto mentre andava in onda il collegamento con gli studi di Pomeriggio 5. Tuttavia, come spiega lo stesso maestro, pochi sono stati gli avventori durante il corso della giornata: dieci clienti a pranzo e nessuno nel corso della serata. Probabilmente, il timore dei controlli e delle multe ha preso il sopravvento rispetto alla voglia di gustare un pranzo o una cena fuori casa. Una situazione che ha comprensibilmente acuito il disagio e il malessere dei ristoratori, consapevoli delle condizioni disperate del settore di appartenenza.
LORENZO AIELLO : “ISTITUZIONI ASSENTI”
Dipendente di una ditta privata in forza presso il prestigioso Circolo Ufficiali dell’Esercito di Palermo, in piazza Sant’ Oliva, Lorenzo Aiello si trova attualmente in regime di cassa integrazione.
Il suo lavoro – al Circolo ricopre la mansione di capo servizio in pizzeria – gli manca molto, non solo sotto il profilo economico.
“Da quando è in atto l’emergenza sanitaria, ovvero dal marzo scorso – spiega – ho percepito soltanto milleottocento euro: mi chiedo come si possa andare avanti così”.
Ci sono le utenze da pagare, le spese di ogni giorno, la famiglia ha un solo reddito e, soprattutto, ci sono due figli : la più piccola, quindici anni, studia danza. Il più grande, ormai ventenne, ha seguito le orme paterne.
“Mio figlio – spiega – lavora a Misilmeri, in un locale che garantisce anche il servizio di asporto: almeno fino ad oggi, non ha avuto problemi nella sua attività”. Già, almeno fino ad oggi, perché le incertezze continuano a essere tante.
“Io non lavoro da settembre – aggiunge – e sono sempre più pessimista”.
“Se davvero non ci sono le condizioni per aprire – precisa – allora le istituzioni sono obbligate a supportare economicamente la categoria dei ristoratori, che sta pagando un prezzo altissimo”.
“Anche se – prosegue – ci sono troppe incongruenze e anomalie nelle restrizioni: forse dopo le 18:00 il Coronavirus diventa più aggressivo?”.
Secondo Lorenzo Aiello occorrerebbe semmai potenziare le misure di distanziamento e sicurezza nei luoghi della ristorazione, evitando chiusure insanabili.
“Impensabile che, una volta tornati alla cosiddetta normalità – afferma – le attività possano avviarsi verso la ripresa”.
“Molte chiuderanno i battenti – conclude – e quelle che non lo faranno, saranno comunque costrette a fare i conti con le ristrettezze economiche che impediranno alla gente di recarsi in pizzeria o al ristorante”.
“IO APRO” : TRA ADESIONI, MULTE E SANZIONI
Supportata da un pool di avvocati pronti a difendere clienti, sostenitori e proprietari, la campagna si fonda sull’idea di evitare gli assembramenti e tutelare la salute dei cittadini, senza uccidere l’economia.
L’iniziativa è condivisa da cinquantamila aziende in tutta Italia, in opposizione al governo di Giuseppe Conte che, a detta dei titolari, sarebbe responsabile di una crisi senza precedenti.
Gli esiti non sono stati eclatanti: adesioni sparse e simboliche, che non hanno registrato alcun appoggio dalle associazioni di categoria.
Tuttavia, la campagna ha visto la partecipazione attiva di vip quali Vittorio Sgarbi e ha comunque ottenuto l’effetto di tenere alta l’attenzione sulla crisi di un mondo che rischia di scomparire in assenza di interventi mirati.