Messina Denaro, la nomina dell’avvocata Guttadauro “scacco matto” per lo Stato

Il 41 bis esclude possibili intese sotterranee con i parenti, ma il difensore di fiducia di Messina Denaro è la figlia della sorella

Bonafede

L’avvocata Lorenza Guttadauro ha 44 anni ed uno studio a Palermo a due passi da piazza Tosti. Suo nonno, Giuseppe Guttadauro, è un chirurgo mafioso, appartenente alla “Famiglia” del sobborgo Roccella, inserita nel mandamento di Brancaccio-Ciaculli, e dopo l’arresto dei fratelli Graviano, divenne il capo mandamento di Brancaccio. Lorenza è figlia di Rosalia Messina Denaro, sorella del boss. È sposata con Luca Bellomo, finito in carcere con l’accusa di aver favorito la latitanza dell’ultimo dei Corleonesi. La professionista ha anche difeso la zia Anna Patrizia e il fratello Francesco, arrestati con l’accusa di essere il braccio operativo del capomafia. Adesso Messina Denaro l’ha nominata difensore di fiducia, e questo infastidisce il mondo dell’antimafia. A breve si presenterà nel carcere Le Costarelle de L’Aquila per parlare con lo zio e ciò è in contrasto con la norma del 41 bis che vieta ai boss contatti con i parenti oltre a quelli dei colloqui.

Avvocata Guttadauro, Russo: «Temiamo la beffa e lo scacco matto del padrino»

Per questo quando Lorenza Guttadauro  ha saputo di essere stata nominata  avvocata dallo zio ha detto di essere «sorpresa». «Le dico la verità, non me l’aspettavo», ha sostenuto con l’AdnKronos. Ieri non si è presentata in aula a Caltanissetta, dove era in programma l’udienza del processo d’appello per le stragi di Capaci e via d’Amelio. E oggi il Corriere della Sera ha parlato della sua strana condizione: come parente di un boss non dovrebbe avere contatti oltre a quelli dei colloqui. Invece come avvocata lo farà.

L’ex sostituto della Direzione Investigativa Antimafia di Palermo Massimo Russo ha detto al quotidiano milanese: «Temiamo la beffa e lo scacco matto del padrino appena arrestato». Russo sostiene che la nomina è «una mossa che spiazza lo Stato. E che rivela un vuoto normativo». Il riferimento è proprio al carcere duro: «Maglie che si allargano, costringendo a doverci fidare della deontologia professionale dell’avvocata Guttadauro. Ma se il 41 bis nasce per escludere rapporti con il mondo esterno al carcere e, soprattutto, possibili intese sotterranee con i parenti anche durante i colloqui, dovremmo pure porci la questione di un parente-avvocato. Cosa che non ha mai fatto nessuno. Matteo Messina Denaro ha trovato il “vuoto” della norma. E lo colma. Spiazzando l’avversario, lo Stato, a rischio scacco matto».

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