Monopattini e nuovo codice della strada: “Ancora rischi per i pedoni”

monopattini

Da ieri, 10 novembre, il codice della strada è cambiato. Il decreto Infrastrutture, approvato definitivamente il 4 novembre dal Parlamento e arrivato in Gazzetta, ha reso subito operative alcune importanti novità in fatto di mobilità.

In particolare, tra le varie norme, vi sono le prime regole più stringenti per i monopattini elettrici, che da qualche anno hanno cominciato a popolare le città italiane. Non c’è obbligo di casco per i maggiorenni, ma solo per i minorenni, e non viene prescritto obbligo di targa. Diventano invece obbligatorie, dall’1 luglio 2022, le frecce e i freni su entrambe le ruote. L’assicurazione è necessaria solo per i monopattini a noleggio, non per quelli privati. Il limite di velocità è fissato a 6 chilometri orari nelle aree pedonali e a 20 negli altri casi. Previsto, inoltre, il divieto di sosta sul marciapiede e quello di circolare contromano.

Nuovo codice della strada, le critiche

Le nuove regole lasciano, tuttavia, qualche perplessità. A darvi voce è Antonio Nicolao, vice presidente della prima Circoscrizione: “In pratica le aree pedonali resteranno aperte alla circolazione dei monopattini e biciclette elettriche, purché non superino la velocità di 6 km orari; come dire ad un bambino gioca ma non sudare”.

Il vice presidente continua: “Una contraddittoria differenza di valutazione dei rischi per i pedoni, mentre alla Camera dei Deputati si riteneva di lasciare ai Comuni la valutazione di inibire un area pedonale dal transito dei velocipedi, al Senato non la pensano cosi, tanto da stralciare il comma 2 dell’articolo 1 del disegno di legge che se fosse stato approvato avremmo dato ai pedoni la giusta sicurezza”.

Monopattini a Palermo, richiesto l’intervento del sindaco

Il suo intervento sottolinea anche un’altra “anomalia”. Si tratta di quella di “avere riconosciuto la pericolosità di transito dei monopattini sui marciapiedi, tanto da legiferare l’obbligo di condurre i mezzi a spinta, come se ci fosse una differenza tra un pedone che transita sul marciapiede piuttosto che su un area pedonale”.

“Insomma questa Legge non ha risolto il problema cardine, che è quello di evitare il transito dei velocipedi in via Maqueda, corso Vittorio Emanuele e in tutte quelle aree dove il flusso dei pedoni è alto – conclude Nicolao -. A questo punto sollecito il sindaco a farsi carico di una situazione che merita la giusta attenzione. Non credo che si possano destinare le esigue risorse umane della polizia municipale per dei servizi giornalieri di autovelox, ma è impensabile lasciare la situazione così, le 650 firme raccolte non restino inascoltate”.

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