Murale Borsellino, artista: “Perché Paolo ha questo sguardo? Ve lo spiego”

Com’è nata l’idea de “La porta di Giganti”? L’intervista esclusiva ad Andrea Buglisi

Borsellino

Con il murale che ritrae il giudice Paolo Borsellino si completa l’opera realizzata dall’artista Andrea Buglisi, “La porta di Giganti”. E’ l’ultimo capitolo del progetto Spazi Capaci-Comunità Capaci, un’iniziativa della Fondazione Falcone che, attraverso l’arte, si propone di rinnovare il rapporto tra le città e i cittadini.

Il murale che riproduce il volto del giudice ucciso in via D’Amelio il 19 luglio del 1992 insieme agli agenti della scorta Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina, Agostino Catalano e Vincenzo Li Muli, è stato realizzato su una superficie di oltre novecento metri quadrati, su un palazzo di sei piani in via Sampolo, in prossimità dell’aula bunker del tribunale di Palermo, teatro del maxiprocesso alla mafia, accanto al grande ritratto di Giovanni Falcone, completato per lo scorso 23 maggio.

COM’E’ NATA L’DEA DE “LA PORTA DI GIGANTI”

“Quest’opera è nata durante le commemorazioni del 23 maggio, pensando inizialmente al ritratto di Giovanni Falcone. – A dirlo, ai microfoni di PalermoLive, l’artista palermitano Buglisi -. Il tutto in un punto strategico: proprio sopra all’aula Bunker. In un secondo momento è nata l’idea de “La porta di Giganti”. Non abbiamo più voluto lasciare solo Giovanni, ma lo abbiamo voluto accostare al suo collega ed amico di sempre: Paolo Borsellino. L’idea era quella di creare questi due grandi ritratti che gioca sia sulla grandezza delle opere sia sullo spessore umano e morale di questi due giudici”.

IL SEGRETO DIETRO GLI SGUARDI DI FALCONE E BORSELLINO

“Paolo in questo ritratto sembra proprio uno sceriffo, determinato contro la malavita. Perché i due hanno espressioni così diverse? Vi spiego. Era importante delineare i due caratteri. L’espressione che ho scelto per Giovanni Falcone è: sognante, rassicurante e più ironica. Mentre per Paolo Borsellino ho scelto un’espressione più “action”, con uno sguardo concentrato ed intimidatorio”.

Servizio di Michele Sardo
Montaggio di Francesca Catalano