Musumeci azzera la Giunta, Cracolici (PD): “Porterà ad una lenta agonia la Sicilia”

L’annuncio del presidente della Regione suscita le reazioni del mondo politico. Diversi accennano alle dimissioni del governatore della Sicilia: tra questi anche il deputato regionale del Partito Democratico Antonello Cracolici

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Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha deciso di azzerare la Giunta dopo essere stato scelto come terzo delegato per partecipare all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

L’annuncio è arrivato nella serata di ieri, 12 gennaio, con un video pubblicato sulla pagina Facebook del governatore siciliano. Un annuncio che, chiaramente, non poteva che destare molteplici reazioni nel mondo politico.

“Abbiamo assistito nel parlamento siciliano all’ennesimo teatrino tra Musumeci e i deputati della sua maggioranza. Non ha perso l’ennesima occasione di passare agli insulti definendoli disertori, scappati di casa, portatori di richieste irricevibili (spero che abbia segnalato alle autorità preposte la natura di queste richieste!!!). Tipico linguaggio di chi considera la democrazia parlamentare un fastidio”. A scriverlo su Facebook è il deputato regionale del Partito Democratico Antonello Cracolici.

Musumeci azzera la Giunta, il commento di Cracolici

“Ancora una volta – prosegue – ha preso di mira il voto segreto, dimenticando che in qualunque consesso elettivo il voto sulle persone, proprio a tutela della libertà, si fa soltanto garantendo la segretezza. C’è un dato politico a cui Musumeci sfugge; premesso che gli “scappati di casa”, come lui li definisce, non sono stati 7 o 8 ma ben 14. Erano presenti 67 deputati durante la votazione, di cui 43 rappresentanti della maggioranza di centrodestra. I suoi voti sono stati 29. Il calcolo è presto fatto. Se un terzo dei sui sostenitori lo hanno bocciato, è evidente che il vaso è colmo”.

“Aldilà delle sue reazioni isteriche, in cui prima ha tentato di prendere la parola in aula per annunciare la sua intenzione di dimettersi, per poi optare per l’azzeramento della sua giunta come ritorsione al voto, non può sfuggire a nessuno che la crisi è irreversibile. Il quesito è però, può la crisi di un presidente trascinare nel pantano la Sicilia? Possiamo stare 11 mesi, nel pieno della pandemia e nella necessaria attività di far riprendere economicamente e socialmente questa nostra terra, con un Presidente logorato, che disprezza la sua maggioranza e chiuso nel bunker di Palazzo d’Orleans? La Sicilia non può permettersi tutto questo. Se Lui intende ricandidarsi, si dimetta e provi a farsi legittimare dal popolo siciliano. Ma da oggi appare ancora più evidente che l’agonia politica del Presidente porterà ad una lenta agonia la Sicilia, che già non sta messa proprio bene”.

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