Nei giorni scorsi, la vicenda del Giovinetto di Mozia, più che trovare spazio nelle pagine culturali delle testate giornalistiche, aveva tenuto banco in quelle della politica.
Si, perchè per scongiurare il trasferimento della scultura da Marsala a Palermo, si erano mobilitati trasversalmente deputati, assessori, consiglieri comunali.
A partire dal parlamentare di Forza Italia Stefano Pellegrino, presidente della Commissione Affari istituzionali all’ARS , che aveva presentato un’interrogazione urgente con risposta in Aula affinché il Governo Musumeci ragionasse sull’opportunità di annullare lo spostamento.
Grazie alla mobilitazione della comunità locale e all’intervento deciso del deputato regionale, il Giovinetto di Mozia rimarrà nei locali del Museo “Giuseppe Whitaker” di Marsala, in provincia di Trapani.
Lo ha comunicato Alberto Samonà, assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana.
La decisione del titolare della Cultura dell’esecutivo regionale giunge dopo giorni densi di polemiche e proteste.
E, soprattutto, di forti preoccupazioni legate alla perdita – seppure temporanea – di un bene che, di certo, contribuisce in modo determinante all’attrattività turistica dell’intera provincia trapanese.
A scanso di equivoci, e nel massimo rispetto della comunità marsalese, occorre però chiarire che la motivazione del ventilato trasferimento era di ordine strettamente culturale.
Nelle intenzioni della Regione Siciliana, infatti, vi era la partecipazione del Giovinetto a una grande mostra internazionale in programma a Palermo nei mesi invernali.
Precisamente, negli spazi del Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas”.
Proprio alla direttrice Caterina Greco – alla guida del comitato scientifico responsabile della selezione delle opere partecipanti – Alberto Samonà ha ufficializzato la decisione.
Il Giovinetto, dunque, non farà parte dell’ esposizione prevista per gli inizi del 2022, che dovrebbe tenersi per due mesi e mezzo.
Altra precisazione necessaria, riguarda il fatto che la partecipazione della scultura era comunque subordinata al parere tecnico – scientifico espresso dalla Soprintendenza dei Beni culturali attraverso una specifica commissione.
Sarebbe stata quest’ultima a garantire, nel caso di trasferimento temporaneo, la totale incolumità dell’opera.
Un vero e proprio sospiro di sollievo: questo è stato, per molti, la notizia della permanenza della scultura a Mozia.
Tra i più soddisfatti, Gaspare Giacalone, presidente dell’associazione “Strutture Turistiche” di Marsala, che ha formulato tuttavia alcune proposte finalizzate a non perdere le opportunità offerte dalla vetrina di prima grandezza del Museo “Antonino Salinas”.
Per esempio, la possibilità di un biglietto unico per consentire ai visitatori che acquistano il ticket per entrare al “Giuseppe Whitaker” di Mozia di fare ingresso gratuitamente al Museo palermitano.
E viceversa, naturalmente.
Ad accogliere positivamente la decisione dell’assessorato competente, è anche il circolo “Enrico Berlinguer” di Marsala, che si sofferma sulle ragioni prioritarie di tutela del bene storico.
Ragioni che troverebbero piena certificazione nella perizia di Guy Devreux, responsabile del Laboratorio Restauro Marmi e Calchi dei Musei Vaticani.
Davide Licari, segretario di Rifondazione Comunista a Marsala, aveva inoltre promosso la petizione online “Difendiamo il Giovinetto di Mozia!”
“Ho preso atto – afferma Alberto Samonà- del dissenso manifestato platealmente dalla comunità locale”.
Tuttavia, l’assessore non nasconde il proprio disappunto, definendo “un’occasione persa” la mancata partecipazione del Giovinetto di Mozia alla mostra in programma al Museo Archeologico.
“Grazie all’evento – spiega – il Giovinetto avrebbe fatto parlare di sè”.
“Non soltanto la stampa specializzata – precisa – ma anche importanti testate nazionali e internazionali se ne sarebbero occupate”.
“Con un’evidente ricaduta positiva sull’immagine di Mozia – sottolinea- sulla quale il Governo regionale, da tempo, sta attuando importanti azioni di valorizzazione”.
L’assessore, inoltre, stigmatizza la diffusione di alcune notizie false riguardanti la collocazione definitiva dell’opera.
“Una vera e propria campagna di disinformazione – aggiunge – messa in atto da chi aveva parlato di un trasferimento permanente, mai stato all’ordine del giorno”.
“Auspico – conclude non senza amarezza – che nei due mesi e mezzo invernali di durata della mostra, siano in tanti, tra coloro che hanno protestato per lo spostamento momentaneo del Giovinetto, a recarsi a Mozia per ammirarlo”.