Organizzazioni criminali: Palermo al 1° posto per beni confiscati ai boss

Il Centro Pio La Torre ha analizzato la Relazione sull’attività svolta nel 2020 dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Un record triste e tutt’altro che virtuoso, vede la Sicilia in testa, tra le regioni italiane, in fatto di beni confiscati a boss. Tra tutte le città, come di conseguenza si può bene immaginare, è Palermo, per distacco, quella con il più alto numero di beni destinati, ben 1.512 immobili., a seguire Reggio Calabria (354) e Napoli (245). Ma ecco nello specifico alcuni numeri. L’ultima assegnazione nei giorni scorsi a Palermo: alla presenza del Prefetto,  Giuseppe Forlani e del Comandante Provinciale dei Carabinieri Arturo Guarino, è stato consegnato al Liceo delle Scienze Umane e Linguistico “Danilo Dolci” l’immobile “Magazzini Brancaccio”, la cui concessione d’uso era stata precedentemente revocata. L’immobile è stato utilizzato dalla scuola per la realizzazione del suo progetto Legalità.

BENI DESTINATI AL RIUSO SOCIALE

Nell’Isola il maggior numero di immobili appartenuti ai mafiosi e ora destinati al riuso sociale. Ben 449 su 5.645 assegnazioni. Sul podio Campania e Lombardia con 282 (su un totale di 3.017 beni sottratti alla camorra) e 86 (su 1.850). Seguono Piemonte (30 su 634) e Calabria (16 su 1.849). Il Centro Pio La Torre ha analizzato la Relazione sull’attività svolta nel 2020 dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

MAFIA SEMPRE PIU’ RADICATA AL NORD

Un’analisi qualitativa mostra come la Sicilia, sebbene mantenga il primato dei beni destinati, vede diminuire dal 40,5% dei beni dislocati nel suo territorio al 32,23%, mentre la Campania conquista un posto – dal terzo al secondo – per numero totale di cespiti, superando la Calabria. Così come l’Emilia Romagna registra un incremento di beni in gestione (ad oggi 600), in linea con il trend degli ultimi dieci anni, indice del sempre maggiore interesse dei clan nel territorio del Nord Italia.

LA FUNZIONE DEGLI ENTI TERRITORIALI

Come si legge ancora nel documento dell’ANBSC, sul totale complessivo di 17.513 beni assegnati, “L’81% dei beni è stato destinato agli Enti territoriali, il 13% è stato mantenuto al patrimonio dello Stato per il soddisfacimento di esigenze delle Amministrazioni centrali mentre il 4% è stato venduto e il 2% reintegrato nel patrimonio di società confiscate”. Sembra, dunque, che gli Enti Territoriali rappresentino il principale interlocutore dell’Agenzia nella restituzione dei beni alle collettività che devono fare i conti con la criminalità organizzata. Si tratta soprattutto di Comuni, ben 990 in tutto lo stivale, con Palermo in testa.

I NUMERI PER REGIONE

Abbiamo detto di Palermo. Riguardo le regioni, la Sicilia è quella con la più alta percentuale, pari a 52,31%, dei Comuni destinatari dei beni un tempo appartenuti ai boss, mentre il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta vedono coinvolti, rispettivamente, appena l’1,03% (3 Comuni) e l’1,35% (1 Comune) dei propri Comuni. Tra le regioni con alte percentuali di Comuni interessati alla destinazione dei beni vi sono Puglia (37,35%), Calabria (30,69%), Campania (24,36%), Lazio (18,52%) e Lombardia (11,08%).