Art Nouveau e Liberty a Palermo, un Museo nell’area di Villa Deliella

Un atto amministrativo “forte” da parte della Regione Siciliana, per risarcire la collettività vittima della violenza mafiosa

Il Museo del Liberty sorgerà in piazza Croci, a pochi passi da via Libertà

Detto, fatto.
In occasione della recente sessione finanziaria all’ARS, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci aveva espresso la volontà del governo di disporre, in tempi rapidi, un atto amministrativo per avviare le procedure relative alla nascita del Museo del Liberty a Palermo.
Precisamente, nell’area di Villa Deliella in piazza Croci.
Così è stato.
“Era un impegno che avevo preso con il parlamento siciliano e con tutti i palermitani qualche giorno fa – spiega il governatore – durante l’esame della manovra finanziaria”.
Il tutto, dopo lo stralcio di una norma analoga della deputata Marianna Caronia.
“Oggi, quell’impegno è stato rispettato – aggiunge – con lo stanziamento di tre milioni di euro per l’istituzione del Museo regionale del Liberty – Villa Deliella e dell’itinerario dell’ Art Nouveau“.
Ad avanzare la proposta, l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà.

VILLA DELIELLA

All’orizzonte, una sinergia tra gli assessorati regionali dei Beni culturali e delle Infrastrutture, che collaboreranno anche in vista di tutte le attività propedeutiche alla nascita del Museo.
L’immobile sorgerà nell’area dove un tempo sorgeva Villa Deliella, costruita nel 1905 su progetto dell’architetto Ernesto Basile.

Costruita a Palermo nel 1905 , Villa Deliella fu abbattuta nel 1959

Il triste abbattimento, con una licenza rilasciata dall’assessorato ai Lavori pubblici, avvenne nel 1959 , poco prima che scattasse il vincolo di bene culturale – al tempo del “sacco edilizio” – per far posto a un palazzo.
Però quest’ultimo, in realtà, non vide mai la luce.
All’epoca, un comitato di intellettuali stava lavorando a un piano che prevedeva, per l’edificio, azioni di tutela e valorizzazione.
La vicenda della demolizione assunse i tratti di un vero e proprio scandalo e determinò l’indignazione di molti intellettuali, tra i quali il critico d’arte Giulio Carlo Argan e l’ architetto e urbanista Bruno Zevi.
In un articolo su L’Espresso, egli definì la distruzione della villa “un atto di banditismo di nuovo tipo”.
In sintesi, l’emblema vergognoso dell’abusivismo e della classe politica e dirigente al potere in quegli anni.

DA GIOIELLO DEL LIBERTY A PARCHEGGIO: IL TRISTE EPILOGO DELLA VILLA

Quello spazio fu occupato per anni da un parcheggio privato, in piazza Francesco Crispi (che i palermitani chiamano piazza Croci).

Per molti anni, lo spazio lasciato vuoto a seguito della demolizione della Villa, è stato utilizzato come parcheggio
Per molti anni, l’area dove sorgeva Villa Deliella è stata adibita a parcheggio

Un vulnus inguaribile per i cittadini, spettatori impotenti, nel tempo, di un’operazione di speculazione edilizia -e, più recentemente, di incuria urbana – che racconta il malaffare di quegli anni, ancora lontani dal riscatto e dall’affermazione della legalità.
Alla luce di queste considerazioni, l’ atto del governo riveste un doppio significato.
Il primo, di natura eminentemente culturale, ovvero la straordinaria visibilità a uno stile architettonico che ha contrassegnato un periodo memorabile dell’isola.
Il secondo, non meno importante, ha a che fare con una sorta di “risarcimento” morale che spetta di diritto ai palermitani e all’intera comunità siciliana per via della violenza subita.
Il Museo sarà dedicato a Ernesto Basile, autentico genio e di gran lunga l’interprete più originale dell’Art Nouveau in Sicilia.

LA SODDISFAZIONE DELL’ ASSESSORE ALBERTO SAMONÀ

“Finalmente si sana una ferita inferta a Palermo e alla Sicilia oltre sessant’anni fa”: con queste parole, il titolare dei Beni culturali e dell’Identità siciliana del governo regionale commenta la decisione di far nascere il Museo.
“Si tratta – spiega Alberto Samonà – di un atto politico forte: un segnale preciso, non soltanto a livello simbolico, di ripristino di quella cultura della legalità violata per troppi anni dal predominio di comitati d’affari politico-mafiosi”.

LE DICHIARAZIONI DI MARIANNA CARONIA

“L’avvio della progettazione del Museo del Liberty a Palermo è finalmente una buona notizia per la città – afferma la deputata regionale di Forza Italia Marianna Caronia – grazie all’impegno del presidente”.
“Sarà possibile realizzare – prosegue la parlamentare, che ricopre anche il ruolo di consigliere comunale a Palazzo delle Aquile – un luogo di ricostruzione e valorizzazione di uno dei patrimoni artistici e culturali più importanti della città e della Sicilia”.
Un risultato importante che giunge dopo anni di battaglie, proposte di legge, momenti di studio e riflessione.
“Ho condiviso questa idea sin dall’inizio in consiglio comunale con la collega Giulia Argiroffi – precisa – e ringrazio il governo regionale per avere mantenuto l’impegno assunto all’ARS a seguito dello stralcio della mia proposta legislativa”.
“Un segno di attenzione per Palermo – conclude – e di coerenza e serietà politica a servizio della comunità”.

LO STILE LIBERTY E L’ART NOUVEAU

L’ Art Nouveau (letteralmente “Nuova Arte”) è un movimento artistico-filosofico che nasce in Francia tra la fine dell’Ottocento e le prime decadi del Novecento e si diffonde in tutta Europa con nomi diversi nelle diverse nazioni.
In Italia l’Art Nouveau è conosciuta come “Stile Liberty”.
Il periodo storico dell’Art Nouveau coincide con la “Belle Époque”.
Quest’ultima espressione connotava le invenzioni, i progressi della tecnica, il miglioramento generale della qualità della vita che condussero all’ottimismo e alla voglia di guardare al futuro.
Dal punto di vista artistico, i dipinti, le statue e le opere del periodo erano molto eleganti visivamente e decorativamente.
Caratteristiche presenti anche in ambito architettonico.
A Palermo, il liberty fiorì con l’architetto Ernesto Basile: tra gli esempi più fulgidi, Villa Igea presso il porto dell’ Acquasanta e il chiosco Ribaudo, in piazza Politeama.