Pio La Torre e Rosario Di Salvo, il ricordo in via Li Muli a quarant’anni dall’omicidio per mano mafiosa
Il sindaco Orlando: “Se oggi Palermo, la Sicilia, l’Italia hanno consapevolezza del fenomeno mafioso lo dobbiamo anche al loro sacrificio”
Cade oggi, 30 aprile, il quarantesimo anniversario della morte di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, uccisi dalla mafia nel 1982. Stamattina via Li Muli, luogo dell’agguato , ha visto la manifestazione organizzata dalla Cgil e dal Pd alla presenza del segretario nazionale Enrico Letta. Poi l’iniziativa promossa dal Centro Pio La Torre, che si è svolta nell’atrio di Palazzo dei Normanni.
“I delitti La Torre e Di Salvo non sono solo siciliani ma anche italiani e internazionali. A distanza di quarant’anni, infatti, conosciamo solo i nomi dei sicari ma non i mandanti appartenenti al sistema di potere politico-mafioso contro il quale La Torre e Di Salvo hanno lottato strenuamente. Zone d’ombra che, ancora oggi, allontanano la verità e che riguardano le tracce che La Torre aveva scoperto di Gladio, il suo impegno contro l’installazione dei missili Cruise a Comiso; una miscela esplosiva per un uomo che è sempre stato un passo avanti. Così avanti che a lui l’intero Paese deve l’intuizione di una legge che punisce l’associazione mafiosa e colpisce i patrimoni accumulati dalle mafie, approvata solo dopo l’omicidio Dalla Chiesa. E per questa legge ha combattuto una vita perché era fermamente convinto che il riscatto della Sicilia passasse dalla liberazione dal giogo mafioso”. Così ha detto il sindaco Leoluca Orlando presente alle manifestazioni.
Pio La Torre e Rosario Di Salvo, il valore del sacrificio
“È per questo che dopo quarant’anni dobbiamo continuare ad onorare la memoria di due uomini che hanno cambiato la storia del nostro Paese e che in quegli anni sono stati isolati e abbandonati nella loro lotta”. Così ha proseguito il sindaco.
“Se oggi Palermo, la Sicilia, l’Italia hanno consapevolezza del fenomeno mafioso lo dobbiamo anche al loro sacrificio. Ma non smettiamo di interrogarci, di cercare piccoli spiragli di luce su questi delitti. Non rendiamo il quarantesimo anniversario preda di vuota retorica ma facciamo in modo che sia stimolo, un nuovo slancio, a non arrendersi nel tortuoso percorso della ricerca della verità. Facciamo in modo che l’antimafia possa essere tanto intransigente contro la mafia quanto rispettosa delle diverse sensibilità indirizzate ad un fine condiviso”.