Proseguono le ricerche dei dispersi dopo l’esplosione che, sabato 11 dicembre, si è verificata a Ravanusa, nell’Agrigentino. La deflagrazione, udita nelle zone limitrofe, ha causato sette vittime: dopo un’intensa nottata di lavoro, i vigili del fuoco hanno estratto altri quattro corpi dalle rovine.
Tra questi, i cadaveri di Selene Pagliarello e Giuseppe Carmina, la coppia di giovani sposi che la settimana prossima avrebbe stretto tra le braccia il primo figlio. Selene era infatti ormai al termine della gravidanza. Ritrovato anche il corpo di Angelo Carmina, papà di Giuseppe: la coppia, prima di uscire, era infatti passata a salutare i genitori di lui. I soccorritori avevano già estratto ieri il corpo della moglie del signor Angelo, Enza Zagarrio.
Il quarto cadavere dovrebbe, infine, essere quello di Carmela Scibetta, anche se ancora non c’è stata l’identificazione ufficiale. Si tratta della moglie del professore Pietro Carmina, il cui cadavere era stato estratto ieri dalle macerie. Rinvenuta senza vita, sempre nella giornata di ieri, anche Gioachina Calogera Minacori, moglie di Calogero Carmina e madre di Giuseppe Carmina. Questi ultimi sono ancora dispersi.
Il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino, ha dichiarato che le ricerche vertono su una zona specifica, dove si ritiene che i due possano essere.
Quando le ricerche saranno terminate si passerà alla rimozione delle macerie, così da individuare la rottura del metanodotto all’origine della drammatica esplosione. Previsto, quindi, il sopralluogo da parte degli inquirenti. All’origine della deflagrazione ci sarebbe infatti una grossa fuga dalla tubatura del gas.
“Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso. A innescare l’esplosione potrebbe essere stata anche l’attivazione dell’ascensore – aveva dichiarato Merendino -. Nei prossimi giorni faremo accertamenti più approfonditi – ha aggiunto -, certo è che una esplosione così è un evento eccezionale”. Attualmente sopravvissute alla strage sono solo due donne, Giuseppina Montana e Rosa Carmina, estratte dalle macerie sabato.
A quanto si apprende, inoltre, cinque giorni prima del tragico episodio un intervento di manutenzione ordinaria aveva interessato la rete del metano e non aveva evidenziato alcuna criticità. A dirlo i carabinieri, che ora dovranno acquisire il verbale d’intervento e verificare chi ha eseguito il collaudo e se lo abbia ben fatto.
“Sarà un’indagine che condurremmo sotto il coordinamento della Procura di Agrigento con la massima scrupolosità e rapidità possibili, per garantire tutte le risposte che i cittadini si attendono”, ha dichiarato il comandante provinciale dei Carabinieri di Agrigento Vittorio Stingo.