Ravanusa, individuati gli ultimi due dispersi: sono padre e figlio

Localizzata l’area in cui si troverebbero gli ultimi due dispersi nella tragedia di Ravanusa. Il bilancio delle vittime potrebbe salire a 9

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Proseguono le ricerche degli ultimi due dispersi sotto le macerie della palazzina crollata a Ravanusa. Come spiega il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Agrigento Giuseppe Merendino, i soccorritori hanno individuato l’area dove probabilmente “si trovano i due dispersi”. Si tratta di un uomo di 70 anni e il figlio di 30 anni. “Stiamo puntando su questa zona per trovare queste ultime due persone”, ha spiegato Merendino.

Tragedia Ravanusa, proseguono le ricerche

Dopo 36 ore dal crollo, si teme che il bilancio delle vittime possa salire a 9. Sette finora i morti estratti da sotto le macerie. Tra questi, i cadaveri di Giuseppe Carmina e Selene Pagliarello, marito e moglie, in dolce attesa, al nono mese di gravidanza. Con loro, ritrovato anche il corpo di Angelo Carmina, papà di Giuseppe. Il quarto cadavere ritrovato oggi, ma ancora da identificare ufficialmente, dovrebbe essere quello di Carmela Scibetta, moglie del professore Pietro Carmina, ritrovato ieri senza vita. E sempre ieri sono stati ritrovati i corpi di Enza Zagarrio e Gioachina Calogera Minacori.
E mentre le ricerche proseguono senza sosta, il perimetro attorno all’area della tragedia, dietro il cordolo, è piena di persone venute a lasciare un fiore o una preghiera per le vittime. Sul posto questo pomeriggio è giunta anche il prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, che ha ricordato Selene, la giovane donna che proprio la settimana prossima avrebbe dovuto dare alla luce il figlio che portava in grembo. “E’ la figlia di tutti”, ha detto. “Ravanusa è una terra di frane. Lo è tutta la provincia di Agrigento. Un territorio fragile colpito da piogge torrenziali ripetute e che sono seguite a una estate torrida. Credo che occorrerà un intervento normativo ad hoc per quanto è accaduto perchè non rientra nelle normali circostanze che conducono allo stato d’emergenza o alla stato di calamità”.