Troppi rifiuti al Festino: così Palermo non rende onore alla Santuzza

Una celebrazione per pochi intimi, fiaccata dalla pandemia e nel contesto di una realtà decadente. Pane per i denti degli avversari di Orlando che non perdono occasione per attaccarlo. Ma una volta saliti sul ponte di comando, saranno in grado di mantenere le promesse?

Quanto è dura la risalita, per una città come Palermo in crisi a prescindere dalla pandemia. Sintomatico di uno dei periodi più difficili mai vissuti nella sua storia dal capoluogo siciliano, il Festino edizione 2021: poca gente, con voglia di festeggiare ai minimi termini, passeggia per il Cassaro quasi indolente, con negli occhi le immagini di Festini di ben altra caratura ed entusiamo. Una celebrazione in bianco e nero, dove neanche le bancarelle e gli stessi immancabili fuochi d’artificio riescono a risaltare.

UN URLO FIACCO COME LA CITTA’

E se è vero che la festa di ieri in onore della Santuzza è da considerarsi un primo passo verso l’auspicata riconquista di quella normalità negata dal Covid, lo è altrettanto che come inizio, si fa per dire, non c’è male. Lo stesso, immancabile urlo del sindaco Orlando “W Palermo e Santa Rosalia”, rivolto ai pochi presenti, al netto degli applausi o dei fischi di rito, questa volta appare infiacchito, non foss’altro perchè proveniente dal sagrato della Cattedrale anzichè da sopra il carro.

NEANCHE LA POLVERE SOTTO IL TAPPETO

E forse è stato meglio così, visto che, se fosse riecheggiato dai Quattro Canti, poche centinaia di metri più in là, avrebbe fatto a pugni con l’enorme cumulo di rifiuti alto due metri all’angolo tra via Napoli e via Maqueda. Grave, gravissimo non riuscire quantomeno a cacciare la polvere sotto il classico tappeto in vista di tempi migliori. Perchè rimuovere il pattume lungo il percorso del carro lo si doveva ai palermitani e alla loro patrona, che, nonostante consapevoli dello stato in cui versa la città avrebbero quantomeno apprezzato lo sforzo. Con la campagna elettorale alle porte, c’è poi da considerare l’aspetto politico di tanta incuria e degrado. L’attuale giunta comunale, in questa maniera, non fa altro che consegnarsi ai propri avversari, pronti a sparare sulla croce rossa cavalcando l’onda del populismo.

LA LEGA NON PERDE L’OCCASIONE

A prescindere dalle restrizioni Covid che anche quest’anno impediscono di organizzare le consuete manifestazioni storiche e la processione religiosa della Santuzza, quello che resterà in mente ai palermitani, devoti e non, e ai turisti in questi giorni a Palermo è la spazzatura. Ma è così ovunque, nel centro e nelle periferie: la città è invasa da rifiuti, con contenitori stracolmi divenuti una “attrazione” per ratti e scarafaggi. E tra l’altro gira sui social un video di una vera e propria invasione di ratti nel quartiere di Santa Rosalia”. Così dichiarano Igor Gelarda, capogruppo della Lega e Maria Pitarresi consigliera di prima circoscrizione, che non perdono occasione per snoccioalre altre magagne.

LA PIU’ DURA DELLE EREDITA’

Oltre che per le mille bare a deposito, Orlando verrà ricordato anche per questo ultimo oltraggio ai palermitani e alla Santuzza: un Festino tra i rifiuti. Per fortuna, dei palermitani e di Santa Rosalia, questo è l’ultimo anno che siamo costretti a subire”. Un invito a tenere duro, pronto a sfruttare il risentimento se non la rabbia di un’intero popolo, con la promessa implicita che una volta tramontata per sempre l’era Orlando tutto cambierà. E chissà se sarà davvero così, si chiedono i palermitani, scottati dalle mille promesse puntualmente disattese da chi negli anni si è avvicendato sul ponte di comando della città. Perchè una cosa è certa, ereditare le condizioni attuali di Palermo significa maneggiare la più bollente delle patate. Buon lavoro.