Chiamiamoli paradossi al tempo del Covid. La scuola media Antonino Pecoraro di Palermo, sovente balzata alla cronaca per iniziative virtuose, questa volta deve fare i conti con il malumore dei genitori. Questo perchè gli alunni di uno degli Istituti più in vista della città, al primo vero freddo della stagione invernale, si sono ritrovati a fare lezione in condizioni climatiche a dir poco inconcepibili. Finestre aperte per il riciclo dell’aria, perchè è così che impongono le norme imposte dalla pandemia, ma di contro freddo pungente all’interno delle aule.
“I bambini di tutte le classi dell’Istituto si lamentano perchè all’interno delle stesse fa molto freddo, considerato l’obbligo di tenere le finestre aperte per le note ragioni legate al virus. Una situazione incresciosa, che vede gli alunni stare nelle aule non solo con i giubotti addosso, ma anche con pleid, borse di acqua calda e scaldini che si ricaricano elettricamente portati direttamente da casa.”
Questo il tenore delle critiche di tanti genitori della scuola, pronti a svelare il reale motivo del disservizio. “Da dicembre un pezzo della caldaia è guasto. Di conseguenza è spenta con il risultato di non potere attivare i riscaldamenti. I primi di gennaio, nonostante le sollecitazioni a chiamare l’Amg Gas da parte dei rappresentanti di classe, il pezzo non è stato sostituito. Di conseguenza i ragazzi continuano a stare al freddo. La lamentela – puntualizzano i genitori-, nasce anche dal fatto che la scuola Pecoraro tiene molto a distinguersi per essere uno degli Istituti più virtuosi della città”.
“Per carità, fa solo piacere se le condizioni della palestra, del campo da basket o del cortile siano ideali. Così come è doveroso constatare la buona organizzazione in tema di distanziamento anti Covid. Ma proprio per questo motivo non si capisce la ragione per la quale un tasto tanto importante qual è quello dei riscaldamenti sia stato assolutamente trascurato.“
“Siamo convinti del fatto che, in tal senso, la Preside aveva il dovere di fare molto di più. Non crediamo che scaricare tutte le resposabilità all’Amg gas sia la più corretta delle posizioni. A maggior ragione alla luce di quanto dichiarato qualche tempo fa”. A quanto sembra, la direzione della scuola Pecoraro, a gennaio, spiegò ai genitori che l’Amg gas addebitava il guasto della caldaia all’alluvione che colpì la città il 15 luglio della scorsa estate. “E’ stato al primo tentativo di avviare i riscaldamenti, effettuato lo scorso mese, che si sono accorti del guasto e del relativo pezzo nuovo che sarebbe servito a ripararlo. Ci è stato anche detto che la scuola in autonomia non può effettuare la prima accensione. Insomma, non crediamo sia giusto fare il collaudo della caldaia in pieno inverno, lasciando trascorrere invano i mesi che vanno da settembre a dicembre.”
Come se non bastasse, per ironia della sorte, alunni e insegnanti al freddo, segreteria e presidenza al calduccio. “Eh già, considerato il fatto che la prima caldaia, quella guasta, serve per il riscaldamento di tutti i padiglioni scolastici. Mentre alla seconda, perfettamente funzionante, sono collegati tutti i locali dove si trovano gli uffici della segreteria e della presidenza.” L’auspicio, adesso, è quello di avere una risposta concreta da chi di dovere. Ciò affinchè gli studenti della Pecoraro non debbano patire ancora situazioni piuttosto insidiose per la salute. “Sembra quasi uno slogan ma è la pura verità – sostengono in coro i genitori -. Perchè non sia mai che i nostri figli, cautelati dal Covid, debbano alla fine beccarsi una brutta polmonite”.