Solidarietà, il Soccorso Alpino porta i doni della Befana all’ospedale dei bambini

L’iniziativa del SASS prevedeva inizialmente che la befana volasse a cavallo di una scopa attraverso una teleferica montata nel cortile interno. L’incremento dei contagi di Covid ha portato alla sospensione dell’iniziativa, che è stata così reinventata dal Soccorso Alpino

Neppure il Covid ferma la solidarietà. Per la giornata di ieri, 6 gennaio, il Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano, stazione Palermo, aveva organizzato un’iniziativa per portare i doni ai piccoli degenti dell’ospedale pediatrico “Giovanni Di Cristina”. La befana, a cavallo di una scopa, avrebbe sorvolato l’ospedale attraverso una teleferica montata nel cortile interno. Purtroppo, l’impennata di ricoveri dovuti al dilagare della variante Omicron, anche tra i bimbi, ha fatto sì che l’iniziativa fosse cancellata.

Stamattina, però, una delegazione di tecnici del SASS ha consegnato i giocattoli davanti all’ingresso della struttura ospedaliera. A riceverli la dottoressa Nicoletta Salvato, responsabile Educazione e promozione della salute dell’Arnas Civico Di Cristina e Benfratelli. Questa ha ringraziato anche a nome della direzione sanitaria il SASS, dandogli appuntamento al prossimo anno. I doni saranno così distribuiti nei vari reparti, spiegando ai bambini che erano stati consegnati dalla Befana del Soccorso Alpino. 

L’iniziativa di solidarietà del SASS

Un’analoga iniziativa si era tenuta il 20 dicembre scorso, quando quindici tecnici in costume da Babbo Natale si erano calati dai tetti del padiglione “Biondo”. Avevano così bussato alle finestre dei reparti, intrattenendosi dove possibile a distanza con i bimbi. Una volta toccata terra, avevano inoltre visitato i vari piani distribuendo giocattoli donati dalla Caritas. 

“Per una volta abbiamo voluto derogare ai nostri compiti istituzionali – hanno spiegato i dirigenti del SASS di Palermo – per offrire qualche attimo di serenità ai bambini ricoverati in un momento particolarmente difficile come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia”. 

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