Palermo, Steve McCurry in visita al Palazzo Reale: “Che meraviglia”

Il fotografo statunitense è stato accolto da Patrizia Monterosso, direttore della Fondazione Federico II

Il fotografo statunitense Steve McCurry

Per Steve Mc Curry, il Palazzo Reale di Palermo è “una meraviglia”.
Così il componente della Magnum Photos, una delle agenzie fotografiche più autorevoli del mondo, ha definito la sede del parlamento siciliano dopo una visita.
Ad accoglierlo, il direttore generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso.
“Un posto fantastico – ha dichiarato – davvero una sorpresa”.

IL PLAUSO DEL PRESIDENTE DELL’ ARS

I complimenti del fotografo statunitense hanno reso felice Gianfranco Miccichè.
“Si tratta di una visita molto gradita – commenta nella doppia veste di presidente dell’ Assemblea Regionale Siciliana e della Fondazione Federico II– da parte di un artista di respiro internazionale”.
” Un amante e conoscitore dell’Italia – sottolinea Gianfranco Miccichè – con una predilezione per la Sicilia, che ha potuto conoscere attraverso le meraviglie di Palazzo Reale, della Cappella Palatina, dei Giardini Reali, di tutti gli spazi espositivi e del nuovo percorso archeologico delle Mura Puniche”.

VOCE “ICONICA” DELLA FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA

Steve McCurry si e’ laureato nel 1974 in Cinematografia e Teatro all’Università della Pennsylvania.
Iniziò a lavorare come freelance alla fine degli anni settanta, realizzando reportage dall’India e dall’Afghanistan, i Paesi con cui maggiormente si identifica il suo lavoro.
La svolta nella sua carriera avvenne nel 1979, quando entro’ nelle zone afghane controllate dai mujaheddin appena prima dell’invasione russa.
Quando tornò indietro, per attraversare il confine portò con se’ rotoli di pellicola cuciti tra i vestiti.
Il lavoro di Steve McCurry combina al meglio l’arte del reportage, della fotografia di viaggio e dell’indagine sociale.
Le sue foto a colori sono state pubblicate in tutto il mondo.

“Man smoking hookah”, una celeberrima foto del 1997 scattata nello Yemen

“La maggior parte di esse è radicata nella gente – ha spiegato in una recente intervista – e io cerco il momento in cui si affaccia l’anima più genuina, in cui l’esperienza s’imprime sul volto di una persona”.
“Cerco di trasmettere – ha precisato – ciò che può essere una persona colta in un contesto più ampio che potremmo chiamare la condizione umana”.
Voglio mostrare il senso viscerale della bellezza e della meraviglia – ha concluso – che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi”.