Leoluca Orlando si prepara al suo ultimo anno da sindaco di Palermo. Mancano meno di dodici mesi infatti al cambio della guardia a Palazzo delle Aquile. Un momento storico complesso per il primo cittadino, i cui pensieri vanno certamente ai numerosi problemi nel capoluogo siciliano, mai stati così tanti nella storia della città. Rifiuti, bare accatastate ai Rotoli, movida selvaggia e controllo del territorio, mobilità e cantieri infiniti: questi sono soltanto alcuni dei problemi che attanagliano la vita dei palermitani giornalmente. A rendere irta la strada del primo cittadino ci sono due ordini di problemi. Il primo è sicuramente la complessità delle tematiche da trattare, figlie di anni di disservizi e burocrazia lumaca. Il secondo invece è di natura prettamente politica: da quando Italia Viva è uscita dalla maggioranza, Orlando non ha più una maggioranza ed è costretto ad andare avanti in un contesto reso complesso anche dalla futura campagna elettorale.
Mentre a Sala delle Lapidi subentra all’ordine del giorno il Piano Regolatore Generale, la mobilità costituisce uno dei temi più caldi dell’attualità palermitana. I tanti cantieri in città rappresentano un ostacolo di non facile risoluzione per centinaia di automobilisti, che rimangono ingabbiati giornalmente in code lunghe diverse decine di minuti. Un problema aggravato anche dalle limitazioni al traffico su viale Regione Siciliana (ponte Corleone e cantiere altezza Lidl) e sul ponte Oreto, che costringono i mezzi pesanti a deviare sull’unica strada disponibile, ovvero il tratto del lungomare, il cui asfalto avrebbe bisogno di una manutenzione urgente e straordinaria.
In un simile contesto, appare quantomeno singolare la decisione del sindaco Leoluca Orlando e dell’assessore Giusto Catania di riattivare la Zona a Traffico Limitato. Dal 1 giugno infatti, l’area compresa all’interno della prima circoscrizione sarà nuovamente soggetta alle limitazioni al traffico. Non è bastato quindi l’ordine del giorno votato dal Consiglio Comunale per cercare di stoppare la Ztl fino al 31 dicembre, in modo da dare maggiore respiro alla ripresa economica delle attività commerciali. Per chi non vorrà sottoporsi al pagamento del pass giornaliero di cinque euro, rimangono quindi poche scelte a disposizione, il che ingolferà ulteriormente la viabilità soprattutto in alcuni punti nevralgici del capoluogo siciliano.
Alla mobilità, si sovrappone il tema dei rifiuti. Come ogni estate infatti, in città si rivedono cumuli di sacchetti della spazzatura e materiale ingombranti sui marciapiedi dei quartieri della città. Un quadro che si aggrava con l’andare verso le periferie, sempre le prime a pagare il conto dei disservizi. Una cosa è certa: Rap potrebbe vivere giorni migliori. L’azienda vive problemi atavici dal punto di vista finanziario e dell’organizzazione del personale. Proprio i dipendenti della Rap hanno dato al neo amministratore Caruso una decina di giorni di tempo per risolvere la situazione. Altrimenti i lavoratori hanno minacciato nuove proteste, che seguirebbero allo stato di agitazione intrapreso nei mesi scorsi. Il tutto avviene all’ombra di un possibile aumento della Tari.
E proprio sulla tassa comunale sui rifiuti il sindaco di Palermo ha chiesto a Roma l’introduzione del tributo nella bolletta della luce. Una misura simile a quanto fatto con il canone Rai. Un provvedimento che si rende necessario a causa dell’ampio tasso di evasione e della situazione delle casse comunali, che non vivono di certo un bel periodo. Prova ne sia l’impossibilità di certificare il bilancio di previsione per il triennio 2021-2023. L’aspetto economico non è da sottovalutare, così come quello infrastrutturale. Bellolampo desta più di una preoccupazione. L’impianto non vedrà sorgere la settima vasca prima dell’aprile 2022, mentre la sesta ormai ha praticamente esaurito il suo compito. In caso di necessità, si dovrà nuovamente ricorrere ai trasporti in altre province o addirittura extra-regionali, con relativi costi aggiuntivi.
Oboli che i palermitani rischiano di pagare a caro prezzo, in un contesto cittadino fiaccato da una serie di problemi praticamente infinita. Le immagini delle salme accatastate nel camposanto palermitano dei Rotoli sono ancora negli occhi di tutti. Così come la movida selvaggia che, in queste settimane, ha popolato il centro di Palermo, mentre molti concittadini non potevano nemmeno sostare in spiaggia o al Foro Italico. Zone franche vere e proprie, che oggi propongono musica fino a tarda notte inoltrata. Problemi che, in quanto sindaco, Leoluca Orlando dovrà cercare quantomeno di limitare. Poi passerà tutto in mano al nuovo sindaco, sul quale penderà l’immane compito di risolvere le innumerevoli emergenze di una città ormai arroccata in un iperuranio di ricordi per non dovere pensare alla drammaticità di un presente sempre più nero che rosa. D’altro canto, dalla primavera alla decadenza di Palermo il passo rischia di essere breve.