A seguito del sequestro di una struttura a Bagheria diversi animali sono stati trasferiti presso un canile sito a Sambuca di Sicilia. Sul fatto, accaduto lo scorso 9 novembre, cercano ancora di vederci chiaro tutti coloro che da anni sono attivi per prevenire il fenomeno del randagismo, massicciamente presente nel Bagherese. Tra questi, in primis, i membri dell’ASVA (Associazione Siciliana Volontari Animalisti), realtà senza scopo di lucro che operava proprio nella struttura posta a sequestro. I volontari si occupavano, in seguito a segnalazioni che spesso arrivavano dal Comune, di prendersi cura dei cani meno fortunati e privi di un proprietario.
Seppur non si trattasse di un vero e proprio canile, perché non a norma, il “giardino” in cui venivano portati i cani in condizioni non ottimali era regolarmente autorizzato dal Comune dal 2008. Inoltre un’onorevole aveva stanziato un’ingente somma per la costruzione di un nuova nuova casa comunale di accoglienza per gli animali, senza che l’opera venisse mai realizzata. Per il trasferimento dei cani in altra sede, invece, sarebbe stato fatto un cospicuo investimento.
“Non riusciamo a capire perché gli 80.000 mila euro che aveva donato l’onorevole Gabriella Giammanco nel 2010 sono rimasti bloccati nel bilancio comunale per anni, quando invece potevano servire per il loro scopo originario, cioè quello di costruire un nuovo canile. – Afferma Mary Lo Coco , segretaria circolo Legambiente Bagheria e referente per il diritto degli animali-. All’improvviso adesso hanno deciso di trasferire i cani a Sambuca di Sicilia, e per farlo hanno trovato la somma di 40.000 euro. Allora, perché non costruire il canile a Bagheria con la stessa somma? o utilizzare quelle già stanziate?“
“Del canile si occupava l’Asva – ricorda la signora Lo Coco – attiva nel territorio da 20 anni. Hanno costruito questo rifugio per venire incontro alle esigenze del Comune, che chiamava ripetutamente i volontari quando trovavano cani incidentati, malati o randagi. Il rifugio non era a norma, ma si aspettava la costruzione del nuovo canile. Invece adesso hanno preso gli animali, che avevano una piccola stabilità, e li hanno portati in un’altra località come pacchi postali.
Come Legambiente abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti – conclude la referente per il diritto degli animali – per capire quali siano le intenzioni del Comune di Bagheria. Territorio in cui proseguono le emergenze, a cui i volontari Asva non possono ovviare per l’interruzione di questa collaborazione. Quali sono i progetti futuri? In che modo vogliono risolvere ora il problema del randagismo? Al momento nessuno mi ha risposto”.
“I soldi destinati alla costruzione del canile su un bene comunale non si sono mai spesi perché, dicono, non hanno ancora trovato un terreno sul quale costruire il nuovo canile – Così Francesca Bellomo, presidente Asva, a Palermo Live -. In tutti questi anni, quindi, siamo stati presi in giro dal Comune, mentre la nostra associazione si faceva carico di tenere i cani in una struttura non a norma, cosa che nessuno hai mai negato. Anno dopo anno, con ordinanze ad hoc, i cani venivano mantenuti nella medesima struttura.
L’ex sindaco, Biagio Sciortino, aveva trovato il posto dove creare il nuovo canile, ma il progetto venne bocciato – prosegue – . Adesso, passate tre diverse amministrazioni comunali, il problema continua a non essere risolto. Di certo noi, che già paghiamo l’affitto della struttura ora posta a sequestro, non avremmo le forze per costruire un nuovo canile. Il nuovo Sindaco ha detto che avrebbe cominciato subito la costruzione del canile, ma siamo a fine febbraio e ancora non si vede nulla.
La cosa più orribile – evidenzia con amarezza Francesca Bellomo – è che quando sono arrivati i Nas, insieme all’Asl di Palermo, a sequestrare la struttura (non gli animali), il Comune ha preso subito le distanze. Così, trasferendo subito i cani, si è voluto estromettere da ogni responsabilità. Nessuno si è preoccupato di trovare una soluzione interna, come ad esempio era avvenuto a Termini Imerese. In quel caso, infatti, il Comune aveva preso le difese dell’associazione, mantenendo i cani nella struttura e cercando di rimediare a ciò che serviva, procedendo nel frattempo alla campagna di adozione per gli animali.
Invece non solo in questo caso non lo hanno fatto – prosegue – ma tutto è ricaduto sotto la responsabilità dell’associazione. Io in primis, in qualità di presidente, ho anche ricevuto una denuncia. Il Comune ci ha tagliati fuori, anche per quanto riguarda la nostra primaria funzione di attività senza scopro di lucro per la prevenzione del randagismo. Come se il problema lo avessimo creato noi, che invece agivamo solo su chiamata. A questo punto mi viene da pensare che qualcuno si volesse liberare dell’Asva, per procedere a progetti futuri senza di noi.“
“Ci hanno anche detto che non siamo bravi nelle adozioni, ma non è vero. Innanzitutto perché Bagheria è una terra bruciata, dove il meccanismo non funziona come dovrebbe. Spesso infatti si prendevano i cani e dopo uno, due mesi ce lo riportavano, tanto sapevano che noi c’eravamo sempre. Pertanto eravamo costretti a mandarli anche altrove, e anche alcuni di noi volontari ne hanno portati alcuni a casa. Ma quando arrivano molti più animali di quanto fosse la richiesta è difficilissimo destinarli.
Sono contentissima della nuova struttura in cui hanno portato i cani che erano precedentemente qui – sottolinea infine Francesca Bellomo -. Si tratta di un canile privato ben organizzato a Sambuca di Sicilia, con recinti a norma con box in cemento. So anche che qui i cani non erano in condizione di potere stare, ma ciò non toglie che se si è arrivati a questa decisione è perché in tanti hanno promesso di costruire il canile a Bagheria e nessuno lo ha mai fatto”.