Baucina si appresta a mostrare i propri gioielli e ad aprire le porte ai visitatori.
Il piccolo centro agricolo e rurale dell’entroterra siciliano in provincia di Palermo prende parte alla prima edizione del “Borghi dei Tesori Fest“.
Un’ esperienza pilota che parte dagli straordinari consensi ottenuti negli anni da “Le Vie dei Tesori” e che coinvolge sessanta borghi, più o meno noti.
Appuntamento il 28 e il 29 agosto, il 4 e 5 settembre.
Per acquistare i coupon, occorre consultare il sito de Le Vie dei Tesori.
Anche Baucina entra nel circuito dei tesori, con le sue Chiese e le storie legate al tradizionale culto di Santa Fortunata, vergine e martire romana.
Se è vero che descrivere il piccolo centro senza parlare della compatrona – il patrono è San Marco – è impossibile, è altrettanto vero che i motivi di interesse sono molteplici.
E non si fermano alla straordinaria festa che ancora oggi si organizza in onore della Santa, eccezionale momento di fede, tradizioni e cultura che non può essere ignorato.
Ma Baucina è anche sinonimo di cibo eccellente, risorse naturali e paesaggistiche senza eguali.
Senza dimenticare il patrimonio di riti antichi che testimoniano un passato devozionale ricco di spunti di interesse.
Il festival, dunque, si preannuncia una vetrina imperdibile per potenziare l’offerta turistica e per scoprire luoghi inediti.
Presso gli abitanti del piccolo Comune in provincia di Palermo si respirano positività ed entusiasmo.
La comunità locale è stata coinvolta nei preparativi, tra sopralluoghi, pulizie, prove e allestimenti.
Tanti stanno partecipando al processo creativo, propedeutico all’accoglienza.
Una sorta di lavoro di “squadra”, che vede impegnati uomini e donne accomunati dalla volontà di promuovere il territorio e di mostrarne al meglio i tesori .
Lucidati, messi a punto e resi ancora più attrattivi dai baucinesi stessi, in particolare dai più giovani.
Un fulgido esempio del senso di coesione sociale che si sviluppa e si attua concretamente in nome del bene comune.
“Borghi dei Tesori Fest”, di certo, rappresenta una straordinaria opportunità per far conoscere l’ospitalità e la cordialità che, da sempre, connotano l’accoglienza dei baucinesi verso turisti e visitatori.
Il primo fra i siti aperti al pubblico è la Madrice intitolata a Santa Rosalia.
La Chiesa è l’unica, fuori dalle mura di Palermo, a vantare la presenza al proprio interno di una reliquia della Santuzza.
I visitatori potranno ammirare gli stucchi di scuola serpottiana, le numerose statue lignee e le nivee sculture degli evangelisti che dominano sulla navata dai quattro matronei, che un tempo ospitavano la nobiltà locale. Intrecciando lo stile barocco a quello neoclassico, la Chiesa Madre fu terminata e aperta al culto nel 1764, ad opera del barone Matteo Calderone.
Altra gemma di significativa bellezza, il Collegio di Maria Santissima del Lume, fondato nel 1728.
Un viaggio a ritroso nel tempo, per conoscere tante storie, soprattutto femminili, di donne, suore, giovani, bambine e sante.
Tra esse, quella di Suor Giovanna che irrigava il terreno facendo scorrere l’acqua dalla gebbia alla maniera degli arabi.
La vita della comunità monastica di un tempo si svelerà attraverso il giardino e i laboratori del convento.
Poi sarà la volta della visita alla Chiesa del Collegio, il cui altare maggiore è dominato da una mirabile pala d’altare che ritrae la Madonna del Lume.
Altrettanto belli sono i due altari laterali, dedicati ai culti dell’ Addolorata e di Santa Fortunata.
Proprio dinanzi alle reliquie di quest’ultima si svolgerà il passaggio finale del percorso.
La conclusione si terrà invece presso la sede della Confraternita & Associazione “Santa Fortunata”.
Uno degli elementi attrattivi del territorio baucinese è il cibo.
Tra le specificità locali, il più alto indice di gradimento va al cuddiruni, prodotto tipico del comprensorio.
Una vera e propria delizia a base di pomodoro, cipolla, pangrattato, formaggio e acciuga, un filo d’olio e origano rigorosamente di montagna.
Le origini affondano nella notte dei tempi e sono collegate alla pratica della panificazione in ambito domestico.
La ricetta, molto semplice, rimanda al passato: nei decenni scorsi, le madri baucinesi avevano infatti l’abitudine di fare il pane in casa.
Prima di pulire il forno dal fuoco per infornare le pagnotte, preparavano i “cuddiruna”, appunto, per deliziare i palati dei familiari.
A realizzare la particolare pizza saranno gli stessi visitatori: un’esperienza sensoriale che non mancherà di emozionare.
Nella produzione del cuddiruni, è racchiusa quella cultura del grano e dei suoi derivati che a Baucina vive ancora oggi.
Tra i luoghi da visitare, dunque, anche l’Ecomuseo del grano e della cultura locale.
Se è vero, infatti, che in tutta Sicilia il grano è centrale, a Baucina lo è molto di più.
Seme di un racconto che parla di natura e vita d’un tempo e che diventa ecomuseo, restituendo alla comunità e ai visitatori una memoria che rischiava di essere persa.
Ai baucinesi, il merito di averla salvata dalla meccanizzazione dei processi agricoli e dall’azione del tempo.
La visita consisterà in una passeggiata fra luoghi all’aperto, antiche dimore e mostre d’oggetti – poveri ma pregni di valore – e culminerà con un’esperienza di grande bellezza.
Un viaggio nel ritmo del tempo che, nella storia e nelle stagioni, viene battuto dal ciclo del grano in un intrecciarsi continuo fra quotidianità nei campi e riti religiosi.
Gesti e abitudini figli di tradizioni millenarie che hanno a che fare con la dea Cerere.
Una storia profonda che l’itinerio svelerà, alla scoperta di quel cuore della Sicilia che Baucina rappresenta a pieno titolo.
Tra i punti di interesse vi è anche il presepe meccanico.
A volerlo fu l’indimenticabile don Giuseppe Callari, spinto dall’entusiasmo dei giovani baucinesi.
Cinquanta personaggi si animano e raccontano la vita e i mestieri in un paesaggio rurale intorno alla Natività.
Negli anni sessanta il presepe meccanico di Baucina fu uno dei primi in Sicilia e in Italia.
Nella vecchia chiesetta sconsacrata dell’Immacolata posta accanto alla Chiesa Madre di Santa Rosalia vennero costruite statue in movimento, dissolvenze elettriche, paesaggi curati nel dettaglio.
Fu un grande successo non solo di pubblico ma anche in termini di premi e riconoscimenti.
Negli anni il presepe si è modificato e arricchito.
Fino al 2013, anno in cui, a causa di un cedimento strutturale della piccola chiesetta, rimase chiuso e venne smontato per evitare eventuali danni.
Nel 2014 un folto gruppo, formato da giovani e adulti, guidati dall’allora parroco don Giacomo Millanta e dai primi fautori, riprese a lavorare al presepe.
Dopo mesi intensi, l’opera rinacque nei locali parrocchiali della Sala “Cardinale Salvatore Pappalardo”.
Il giorno e la notte si alternano, l’alba e il tramonto illuminano storia e tradizioni popolari dell’entroterra siculo.
Tra le esperienze che Baucina offrirà i prossimi 28 e 29 agosto e 4 e 5 settembre c’è anche la passeggiata naturalistica sulla valle del Selcia e Monte Cane.
Un modo per immergersi in un frammento di paesaggio, lì dove inizia l’entroterra siciliano, il cuore della Sicilia, fra scenari collinari e poi montani.
Il percorso è facile e comodo e attraverserà strade asfaltate e selciate.
Da Baucina i visitatori arriveranno ai piedi della parte estrema della dorsale di Monte Cane dove si trova la Grotta del Leone.
Sarà possibile osservare la fauna e la flora del luogo, ma anche i resti del passato feudatario del borgo, osservando le case Sovarita.