L’attesissima giornata del 12 giugno vede le elezioni a Palermo iniziare con un clamoroso colpo di scena. La rinuncia all’incarico da parte di soggetti nominati alla funzione di presidenti del seggio ha creato un buco di non poco conto nell’espletamento dei servizi. Stamattina diversi cittadini non hanno infatti potuto votare come avevano programmato: giunti ai seggi, sono stati invitati a tornare dopo (QUI LE TESTIMONIANZE).
Le prime avvisaglie sul forfait si erano avute già venerdì con il Comune di Palermo che aveva fatto appello agli ordini professionali di avvocati e dottori commercialisti per reperire professionisti da impiegare come presidenti. Adesso per gli assenteisti è scattata la denuncia. La Prefettura ha lavorato tutta la notte per nominare dei sostituti. Stamattina però, stando all’aggiornamento di Antonio Le Donne, segretario generale del comune di Palermo, erano ancora una cinquantina i seggi non aperti.
Nel frattempo, l’amministrazione ha lanciato un appello a chi volesse occupare il ruolo di presidente di seggio. Il Ministero dell’Interno, dal canto suo, aveva deciso per l’accorpamento delle sezioni chiuse a quelle già attive. Una soluzione tampone per permettere di andare a votare, allungando però notevolmente le tempistiche.
Ora una nuova nota della prefettura di Palermo torna indietro proprio su questo aspetto. “A seguito della nomina da parte del Comune di Palermo degli ultimi 13 presidenti delle sezioni elettorali mancanti, sono regolarmente insediate tutte le 600 sezioni elettorali previste in città senza che sia stato necessario procedere ad alcun accorpamento tra di esse”.
Nessun accorpamento, quindi. L’emergenza pare rientrata. Nelle sezioni che hanno aperto “in ritardo”, inoltre, ai presenti in fila sarà concesso di votare anche oltre l’orario previsto per la chiusura del seggio.