Cultura

Il legame indissolubile tra Palermo e il mare nel libro di Santi Gnoffo

Santi Gnoffo non è soltanto uno scrittore.
Le sue opere si connotano per la minuziosità di una ricerca storica che si traduce nel racconto, attento e dettagliato, delle tradizioni popolari.
Palermo e la Sicilia sono le protagoniste assolute della sua produzione letteraria, un terreno culturale dove si incrociano etnoantropologia, aneddoti e analisi sociale.
In tal senso, il suo ultimo libro, dal titolo “Palermo. Una finestra sul mare“, pubblicato da Dario Flaccovio Editore, conferma la vocazione dell’autore alla scrittura documentaristica.
Una modalità narrativa che lo aveva già visto esprimersi al meglio con la pubblicazione dei dodici volumi del “Diario palermitano” nel 2020, per i tipi della stessa casa editrice.

Il libro sottolinea la necessità di tutelare in vincolo inscindibile tra la città e il mare

DAL SEICENTO FINO A OGGI: UN LUNGO VIAGGIO TRA DECADENZA E PROGETTI DI RINASCITA

La città descritta da Santi Gnoffo non lascia intuire con facilità dove finisca la terra e dove, invece, inizi il mare.
Un mistero che coincide con uno degli elementi più attrattivi del libro, che ripercorre in oltre duecento pagine la storia di Palermo.
Dalla fondazione per opera dei Fenici passando attraverso i fasti dell’epoca della famiglia Florio, fino alla crisi della Grande Guerra.
Si approda infine ai progetti di rinascita – ad oggi parzialmente disattesi – degli ultimi anni che, almeno nelle intenzioni, avrebbero voluto restituire al posto di Palermo l’antico splendore.
Non fosse altro che per onorare lo stesso nome della città: dal greco, pan hormos, ovvero tutto porto.
L’autore conduce il lettore attraverso un itinerario che si snoda attraverso il Mediterraneo e le sue genti.
Ed è mirabile il coraggio di Santi Gnoffo nel sollevare il velo che, per troppo tempo, ha impedito ai palermitani di venire a conoscenza delle ragioni che hanno separato – forzatamente – la città dal mare
nel secolo scorso.
Un panorama occulto di vicende – governative ed economiche – e di scelte scellerate che, di fatto, hanno limitato lo sviluppo urbano.
A partire dal riprovevole progetto di cementificazione promosso e attuato dall’amministrazione di Vito Ciancimino e passato alla storia come “sacco di Palermo”.

PALERMO, TRA SCORCI DELLA MEMORIA E ANTICHE BORGATE MARINARE

Santi Gnoffo restituisce al lettore una Palermo in dissolvenza, sospesa tra atmosfere del passato e progetti futuri.
Una vivida descrizione che conduce agli inizi dell’ottocento, quando alcune ordinanze prefettizie regolavano l’uso dei “bagni di mare”, al fine di tutelare la pubblica decenza.
Tempi in cui vigeva il divieto di fare il bagno dinanzi a Porta Felice e alla “passeggiata alla Marina”, meta giornaliera di tanti palermitani.
Si sorride, oggi, pensando che denudarsi parzialmente per fare il bagno a mare era considerato immorale.
Nel libro, rivive la Palermo aristocratica dei primi stabilimenti balneari che la gente frequentava credendo fossero un buon rimedio contro alcune patologie fisiche.
Già nel 1875, c’erano gli stabilimenti balneari di “Sant’Erasmo”, del “Sammuzzo” in piazza Tredici Vittime e di “Santa Lucia” al Piano dell’Ucciardone.
Oltrepassando la Colonnella, sorgeva lo stabilimento “Trieste-Virzì” noto perché nell’arenile era sistemata una grande giostra.
Fu impiantato nel 1896 da Antonino Virzì, a cui subentrò il figlio Francesco Paolo dopo gli anni trenta.
In seguito, i nipoti fondarono allo Sperone lo stabilimento “Trieste Stella”.
Altri impianti erano lo stabilimento “Delizia-Petrucci”, impiantato nel 1900 da Antonino Petrucci, ubicato dinanzi il vicolo Spanò.
Dopo il 1920, lungo la costa meridionale sorsero altre strutture.
Tra esse, nel 1928, i “Bagni della Salute” nella contrada “Sperone”, lo stabilimento gestito da Vito Bajamonte e il “Savoja” di Bernardo Rizzo.
Tra i punti di forza del libro, la descrizione delle borgate marinare Acquasanta, Arenella, Vergine Maria e Addaura.

L’ INTERESSE DELLE ISTITUZIONI E DEL MONDO UNIVERSITARIO

Il libro è stato presentato ufficialmente a Palermo lo scorso 2 dicembre, negli spazi del Museo Regionale delle Attività Subacquee.
Lo scorso 16 febbraio, è approdato all’Università degli Studi di Palermo, precisamente alla facoltà di Lettere e Filosofia.
E il 30 marzo prossimo, è in programma una nuova presentazione nei locali della libreria Feltrinelli.

LA POSTFAZIONE

A impreziosire l’opera, il contributo di Pasqualino Monti.
Il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale è autore della postfazione che illustra il progetto di interfaccia città- porto che prevede nuovi spazi e immobili polifunzionali.
Una nuova visione dell’area portuale che dovrebbe garantire decoro urbano, più alta qualità della vita e una riorganizzazione complessiva.
Occorre sottolineare che quello di Palermo è l’unico porto dell’Italia centro – meridionale – gli altri due sono Genova e Livorno – incluso nel PNRR.
Una straordinaria opportunità per l’economia legata al mare e alla costa.

CENNI SULL’ AUTORE

Santi Gnoffo è nato a Palermo nel 1957 nel quartiere Zisa.
Scrittore, sceneggiatore, inserzionista, ricercatore e attento conoscitore delle tradizioni popolari siciliane, è autore di alcuni studi storici.
Il suo debutto letterario risale al 2015, anno in cui pubblica il romanzo “L’Omu ri firucia”, edito da Cerebro e tratto da una storia vera.
Per la stessa casa editrice, pubblica anche le due opere successive.
Nel 2016, è la volta di “A spasso nel tempo”, dizionario storico e toponomastico di Palermo.
E, nel 2017, di “Palermo: leggende, misteri, piaceri. Cronache, storia, tradizioni popolari, pasquinate”.
Nel 2018, con “Donne di Sicilia” a cura di Qanat Edizioni del compianto Toni Saetta, realizza uno straordinario compendio di storie e testimonianze di grandi protagoniste dell’isola, combattive e anteprimiste.
Molto attivo sui social, vanta un seguitissimo profilo su Facebook.



Published by
Marianna La Barbera